Debut album per questo quintetto ungherese a nome
Sorronia (Sorronia, Tristania...fantasia portami via :D ) che trova l'interesse della nostrana
Bakerteam Records per la pubblicazione di "
Words Of Silence", un classico disco di symphonic metal con cantante femminile, al secolo
Anna Király che col tastierista
István Biró ha fondato la band nel 2011.
Dopo l'attenzione suscitata ad inizio anno dal video del brano "
Enemy Of Yourself", che ritroviamo ovviamente anche nel disco, i Sorronia giungono alla firma del contratto, al che mi chiedo: davvero un brano così mediocre, accompagnato poi peraltro da un full length altrettanto mediocre, è sufficiente per la firma di un contratto discografico, conscio che comunque negli ultimi anni da parte delle label "ogni buco è trincea", ovvero con i magrissimi guadagni lasciati dalla pirateria selvaggia bisogna gettarsi più sulla quantità che sulla qualità.
Dispiace segare così ma i Sorronia sono un combo ancora profondamente immaturo e, presupponiamo, privo di qualsivoglia genialità, che non sa minimamente dove andare a parare, se direzionarsi sul symphonic più gretto e commerciale, o se viaggiare verso un gothic dark metal più oscuro, o ancora se girovagare sul neoclassico, che secondo chi vi scrive probabilmente è quello che gli riesce un po' meglio, senza comunque gridare minimamente al miracolo.
La voce di Anna senza emozionare più di tanto non è male ma sono i brani in sè e per sè ad essere continuamente scollegati, interrotti continuamente quando da inutili narrazioni parlate, quando da breaks pianistici, quando da aperture sinfoniche, insomma in tutta questa carne al fuoco si è perso decisamente di vista il concetto di "canzone", che non è una somma aritmetica di strofa + assolo + cantato + armonia, altrimenti al mondo saremmo potenzialmente tutti musicisti, a parte che ora con la moda del crowdfunding sembra che ci sia un diritto universalmente riconosciuto a pretendere di campare di musica...
Insomma, "Words Of Silence" è un album che non sta assolutamente in piedi e nel 2013 l'augurio è di non ascoltare mai più brani raffazzonati ed incompleti come "Serenade of Memories", vero inno alla banalità ed all'approssimazione.
Grande bagno di umiltà e tanto, tanto lavoro per questi ragazzi ungheresi, peraltro alla prova con un genere assai difficile da comporre e contro cui anche i grandi nomi spesso devono far fronte a flop clamorosi.
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