Un bel tuffo nel passato questo
Crying Moon, album registrato nell’ormai lontano 1995 nella fredda Göteborg, … Ah no, scusate: il gobbo mi segnala che il luogo del delitto è Perpignan, ridente (ma non bellissima) cittadina della Linguadoca-Rossiglione.
Contrariamente a ogni apparenza, giunge dai nostri tempi travagliati e dai Pirenei l’opera prima di
Psychotic, talentuoso polistrumentista che decide di far tutto da sé e di fornire la propria interpretazione del caro, vecchio, classico death melodico, che tanti cuori (incluso il mio) ha mietuto nel corso dei ’90.
L’aggettivazione non è casuale: il sound degli
Psychocalypse rifugge qualsivoglia modernismo (al contrario dei gruppi a cui si è presumibilmente ispirato), crogiolandosi nella tradizione e concedendosi giusto qualche azzeccata contaminazione gothic.
Se, come novelli cani di Pavlov, avete già avete l’acquolina al solo pensiero di una miscela esplosiva di
In Flames,
Dark Tranquillity,
Paradise Lost e primi
Katatonia, sappiate che gli inarrivabili picchi qualitativi toccati dalle predette band non vengono nemmeno lambiti dal nostro francesino (che con ogni probabilità preferirebbe venir definito catalano). Ciò non toglie, d’altra parte, che
Crying Moon sia un dischetto ben più che dignitoso, capace d’immergerci nelle gloriose atmosfere di un’epoca che fu senza abbassarsi a una becera operazione revivalistica.
Al tempo stesso, ogni aspetto dell'album sembra rimandare alla scena svedese di quegli anni: l’artwork, la produzione, le melodie di chitarra, addirittura i titoli delle canzoni… Canzoni che, dal canto loro, mettono in mostra diversi spunti interessanti.
Dopo il piacevole crescendo dell’intro strumentale ci pensa
Stray Souls, con la sua malinconica solennità, a mettere in mostra le doti compositive di
Psychotic. Non da meno si rivelano la successiva
In the Lost Kingdom, altro pezzo maestoso, e la title track, più tirata ma comunque pregna di carica evocativa.
Purtroppo, quando ormai ci si sente immersi nell’atmosfera dell’album e persi nella buia foresta rappresentata nella copertina, alcuni cali di tono rompono l’incantesimo, facendoci piombare di nuovo nella camera di casa nostra.
L’interludio
Tristesse de la Nature, infatti, sembra suo malgrado fungere da spartiacque tra la parte migliore e quella peggiore del platter: il trittico
Fighting Against the Past (il cui riffing thrash risulta fuori contesto),
Frozen Area (brutta copia dei mid tempo presenti nella prima metà del lavoro) e
Search & See the Tears of Stars (che si trascina piuttosto stancamente) lascia l’amaro in bocca, obbligandomi a ridurre di mezzo punto la votazione finale.
La prima prova degli
Psychocalypse resta comunque positiva, così come degna di rispetto è l’operazione imbastita da
Psychotic, il quale reinterpreta con gusto e competenza un genere che ancora oggi conta numerosi estimatori, ma da cui ci attendiamo un cambio di passo in occasione del prossimo lavoro.
In bocca al lupo (così rimaniamo in tema).
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?