Arvas - Into The Realm Of The Occult

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2013
Durata:42 min.
Etichetta:Aeternitas Tenebrarum Musicae Fundamentum

Tracklist

  1. INTRO
  2. AT GALLOW'S END
  3. DEVIL AND THE MISTRESS
  4. CHILD OF NIGHTS
  5. GRANT ME THY END
  6. THE PEST IN CHRIST
  7. DARK LORDS AND WRATH
  8. INTO THE REALM OF THE OCCULT
  9. OUTRO
  10. DARKNESS IS FOREVER [LIVE]
  11. FALL OF GODS [LIVE]
  12. I HUNT YOU DOWN [LIVE]

Line up

  • V-Rex : guitar, bass, vocals
  • Fordervelse : drums
  • Bloodlust : guitar

Voto medio utenti

Avevo un vago ricordo dell’esordio dei norvegesi Arvas, intitolato “Blessed from Below... Ad Sathanas Noctum” uscito ben quattro anni fa, ma quando ho visto che sarebbe stata la nostrana ATMF a pubblicare l’album, mi sono un po’ “tranquillizzato” e predisposto al meglio, visto che l’etichetta italiana difficilmente sbaglia e anche questa volta, seppur in ambiti più classici, è riuscita comunque a proporci un nome interessante…Dunque Arvas arrivano a questo secondo appuntamento con parecchia gavetta in sede live e infatti si evince subito come il tempo trascorso a suonare in giro li abbia resi più “saggi” e soprattutto migliori in fase di songwriting, infatti alla furia cieca e un po’ caotica del debutto hanno preferito, questa volta, qualcosa di altrettanto distruttivo ma certamente più calibrato e anche un po’ più nostalgico…infatti in tutta la mezz’ora abbondante dell’album abbondano i riferimenti all’oscuro passato thrash che da sempre sopravvive in molte entità black metal. Dopo un inutile intro (ma quanti sono gli “intro” veramente interessanti nella storia del metal? Un numero risibile direi…) l’album si apre alla grandissima con la doppietta “At Gallows End” , dove affiorano subito marcatamente i richiami thrash, e “Devil And Mistress” più classicamente black, bella diretta e senza molti fronzoli . A seguire giunge “Child Of The Nights” che non è certo un pezzo memorabile e a metà del disco segna un importante momento di stanca, fortunatamente subito dimenticato grazie alle validissima “Grant Me Thy End” , “The Pest In Christ” e “Dark Lords And Wrath”, tre pezzi dove la furia di base viene “addolcita” con una vena melodica sinistra che innalza ancora di più la portata delle composizioni, alle quali si aggiungono anche degli assoli, non certo memorabili ma neanche troppo disturbanti. Prima dell’outro finale arriva anche la title track a ribadire quanto detto in precedenza con la sua furia iconoclasta lanciata a mille all’ora dalla batteria di Fordervelse . Un pezzo che potrebbe essere tranquillamente preso a “manifesto” degli Arvas tanto racchiude in se tutti gli aspetti migliori della proposta dei tre norvegesi. Da segnalare anche l’ottimo lavoro di V-Rex dietro al microfono, che pur restando su uno screaming abbastanza tradizionale, riesce comunque ad essere gelido, criptico e oscuro quel tanto che basta per marchiare ogni songs dell’album. La produzione non è da grido, ma neanche forzatamente old style, è semplicemente low budget ( e visti i tempi non c’è da meravigliarsi) ma calza a pennello alle composizioni qui contenute. L’album si arricchisce anche di tre pezzi live (“Fall of Gods”, “I Hunt You Down” e “Darkness Is Forever”) suonati a Stavanger nel corso del 2011 che ci mostrano come la band sia veramente cresciuta molto in fatto di songwriting. Bravi!

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