Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:non disponibile
Etichetta:Buil2Kill Records

Tracklist

  1. BROKEN MIRROR
  2. BLOODY FURY
  3. BURST HEAVEN
  4. TOUGHEN
  5. FINAL FATE
  6. INSIDE POWER
  7. ABYSS
  8. STRENGTHCODE
  9. EYES BEYOND
  10. UNSPOKEN

Line up

  • Steph: voce
  • Marco: Chitarra
  • Pito: basso
  • Fabio: Batteria

Voto medio utenti

Gli italianissimi Strengthcode sono l'evoluzione degli Hostile (tributo ufficiale italiano ai Pantera) ma, anche se non ve lo dicevo, sono sicuro che ascoltando pochi secondi di qualsiasi pezzo proposto dalla band ci sareste arrivati da soli, tanto è importante l'influenza del gruppo texano sui nostri. Questi quattro ragazzi di Milano hanno deciso di staccarsi dal circuito delle cover band e giocare al "gioco dei grandi", il che non può che garantirgli i miei elogi, anche se questo primo nato non è esente da difetti.

Stiamo dunque parlando di thrash metal che ha, oltre che nel succitato gruppo, anche nei Machine Head, Trivium, Killswitch Engage, Soilwork e Shadows Fall le proprie coordinate di riferimento. Inside Power è un bel disco di thrash cazzuto, giocato molto sul groove e sui bei riff di chitarra che Marco ci propone e sui quali sono costruiti i brani dove non manca la velocità, ma diciamo che l'aspetto che i nostri prediligono è l'up tempo da scapocciamento con alcune accelerazioni da pogo. Ci sono canzoni davvero belle come Burst Heaven, che inizia con un riff che ci pesta bene e prosegue in modo interessante con belle intuizioni e incastri armonici, mostrandosi la più varia della prima parte dell'album. Le voci invece, per quanto buone, appiattiscono molto le canzoni usando sempre un cantato urlato che è impossibile non ricondurre al Filippone americano. In assoluto i brani migliori del disco risultano la title track (che vede anche la collaborazione di Gianluca Perotti degli Extrema) le successive Abyss e Strenghtcode dove la qualità del riffing, la varietà e la potenza fanno emergere questi pezzi dal resto del disco, come detto, fin troppo debitore della band texana. In generale sono presenti begli assoli di chitarra e una buona prestazione del batterista e anche del bassista che emerge e guida alcuni brani come Broken Mirror e la già citata Abyss.

Gli Strengthcode fanno musica per divertirsi e senza l'obiettivo di cambiare il mondo, con questi propositi non mi rimane che consigliarne l'ascolto agli amanti delle band segnalate in apertura, che potranno così passare una mezz'ora in compagnia di uno spensierato groove thrash.


Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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