ALT c'è Aresti!
Epifania pericardica...il genio di Moore ricompare in forma lirica nel testo di "O Chloroform" e non c'è Zonder.
"Point BREAK" (che fa molto prog), l'Eternoritorno (Sabbath e Co.) e il dittico Fata Morgana-Prelude to Ruin rammemorano con Noi l'Uno platonico sulla spiaggia dell'onda perfetta.
Siamo a casa InsideOut e come nel miglior "BRIDGE" si dichiarano nove prese a cuori.
Le intuizioni, diluite in litri di tisane, flocculano insieme al sentire: riscontrare genuflessioni commerciali ci manderebbe a carte 48.
Per mitigare il piglio polemico impongo un mini rituale sulla credenza: espongo le copertine di
OSI, Warlord, Redemption, Slavior, Spastink Ink, Gordian Knot, Engine, Arch/Matheos, Chroma Key, Armored Saint ed alcuni altri
strabuzzo gli occhi persino a trascriverne i titoli.
Dalle parti dei Fates l'eccezionalità è consuetudine: la trentennale discografia e la personalistica attribuzione di "sommo album" ad uno tra The Spectre Within, Awaken the Guardian, Perfect Symmetry, Parallels, A Pleasant Shade Of Gray, Disconnected forgiano il mito.
Assunta la lemma a votare non prima del decimo ascolto tuffiamoci insieme
desti all'orizzonte.
Play, un secondo...Boom! siamo immersi
Phil Magnotti non ci concede il lusso di fluttuare!
Ci vogliono 42'' (al terzo secondo mi vengono in mente i cari Symphony X) per accertarci di ascoltare un album dei maghi di Inside Out.
Scorgiamo una splendida danza tra heavymetal e “prog”
(che ultramateriale ha usato Maor Appelbaum per incidere il master?)
La successiva è traccia modesta fra le dieci sebbene i solos e la classe del tocco sulle corde ne salvano la stroncatura.
Desire "And oceans have their ways of getting between what I feel should be" è "prog" come imbarcarsi su Italo "saltellando la settimana".
I am mi ricorda i Cinici e gli attacchi vocali profumano di quell'immensa Home dei "cugini" di Long Island
Lighthouse, lunga un minuto di troppo, porta con sè l'apparente calma, la luce e le speranze...
Da qui in avanti la classe si riempe di maestria sino alla
monumentale suite finale.
Valderrama, parafrasando R. Dawkins, non si arrampica su monti improbabili e consegna l'orofaringe alla senescenza.
Ci accompagna con rara grazia, aldilà del risolto nervosismo di "X", a custodire le nostre aspettative più intime.
Indulgiamo sulle drums.
Bobby prende il posto di Zonder, prismatico cocreatore delle unicità fondamentali della band, non il sedile di "un Portnoy".
La mano sinistra esalta il Caos sul piatto, l'altra destreggiandosi col rombo del rullante vicario di un boomerang aborigeno ci obbliga a compensare.
Le sbracciate forsennate ribadiscono l'unicità delle equazioni zonderiane nel sistema FW.
Le parti podaliche, invece, sono da encomio pubblico!
Nell'edizione doppia (cd o vinili bianchi che sia) un'inedita Falling further
attrae per leggiadria e pulsione. Suona scritta per i fans, prendiamola come dedica. Se cercate influenze esotiche da attribuire ai Nostri qui ci trovate anche Angra e Helloween di Pink Bubbles...
Musici, l'imprinting su gusti e tecniche possa educarVi libertariamente.
Giovani, mutuo il meraviglioso appello di Bill Viola "uscite... camminate, il cosmo vi suggerirà" (egli pronuncia: "Move" accompagnandosi con una gestalt benedittoria)
Bill notifica un profondissimo luogo, indicandosi il ventre, da cui passano i bambini: le sue visioni cicliche, allegorie di universi ancora misteriosi, nutrono il Nostro sconfinato nocciolo.
"concedetevi il Viola e attraversate l'intera opera "dei kə'nɛrɪkiani"
Va da sè, nell' attesa che qualche influente commissione codifichi un premio alla carriera per le band metal, che la valutazione sia adamantina
Magnifichiamoli