Naxal Protocol è il progetto che sorge dalle ceneri dei Cazzodio, cercando di portarlo alle estreme conseguenza, la qual cosa, per chi aveva familiarità con la vecchia incarnazione, suona come una oscura minaccia.
“The Guilty Should Get What They Deserve!” suona un po’ come un dito puntato verso una moltitudine, ma che, chissà perchè, ognuno sente rivolto come a se stesso. E cosa abbiamo fatto mai per essere colpevoli e avere ciò che meritiamo? Non lo so, ma deve essere qualcosa di molto grave.
Powernoise, industrial, tonnellate di rumore per dieci tracce che non hanno una struttura definita, aborrendo la forma canzone, e che sfibrano l’ascoltare, anche quello più avvezzo, travolgendolo con feedback, vibrazioni, fruscii, scariche elettriche, interferenze, rumori di fondo, e tutto il malato campionario di chi ha deciso di rendervi alieni, alienati, di farvi dissolvere in un’accecante luce bianca.
Scordatevi chitarre, accordi, armonie, insomma scordatevi la musica, qui c’è solo rumore, fastidio, nervi scoperti e scorticati e sale sulle ferite.
Questo disco non ha punti di riferimento, non è possibile nemmeno suggerire ‘contesti’ nei quali ascoltarlo, è anarchia pura, è caos sonoro che non diviene mai ordine musicale.
Il rumore non è soggetto a valutazione, e forse nemmeno a comprensione, ma sicuramente è soggetto a interpretazione. E solo l’interpretazione dell’ascoltatore può dare senso e valore a qualcosa di così astratto e metafisico come il noise. Buon trip, ovunque esso vi porti!