Viene davvero chiedersi come possa una formazione del valore degli Stramonio essere ancora ignorata dal grande pubblico. Già con i due primi lavori (“Seasons of Imagination” e “Mother Invention”) la band veneta aveva dimostrato delle capacità davvero notevoli, e certamente l'aspetto più interessante del songwriting degli Stramonio era una grande versatilità compositiva, capace di adottare soluzioni originali ed incredibilmente efficaci, frutto dell'ottimo bagaglio musicale dei cinque musicisti.
Nell'ultima fatica degli Stramonio, “Time Will Tell”, sono facilmente riconoscibili tutti i punti di forza dello stile del gruppo, in particolare un eccellente gusto nelle melodie, sia negli assoli di chitarra dell'ottimo Nicola Balliana, sia nelle parti di tastiera di Luca De Lazzaro, che ancora una volta dimostra la sua ammirazione per lo stile di Kevin Moore. Purtroppo anche in questo disco emerge quello che è forse l'unico anello debole, vale a dire la prestazione del singer Federico De Vescovi. La sua voce è certamente particolare, ma alcuni passaggi non convincono del tutto. Inoltre solleva qualche dubbio anche la sua pronuncia inglese, che sicuramente meriterebbe una cura maggiore.
L'inizio del disco (“The World That I've Drawn” ) è più aggressivo di quanto mi sarei aspettato, con riff taglienti e sonorità di tastiera in stile “Awake”, mentre “Blame Me!” si segnala per un'intelligente rilettura degli schemi della musica classica in ottica Progressive Metal, con un ritmo suadente ed un ritornello orecchiabile. In “Anyway” si può cogliere l'anima più sperimentale della band, con degli ottimi intrecci chitarra/tastiera, anche se è nella seconda parte, decisamente più radiosa e melodica, che il pezzo decolla davvero. Lo stile della band è riconoscibile anche nelle successive “I Will Believe” e “You”, con il consueto alternarsi di atmosfere e di cambi di tempo, mentre in “Universe” tornano grandi protagonisti Balliana e De Lazzaro. “Call Me” è invece una gustosa cover della grande hit dei Blondie, in cui la voce angelica di De Vescovi trova finalmente maniera di esprimersi con buoni risultati. “Spring of Dreams” è più vicina alle sonorità Power Metal, con un incedere fiero, anche se la presenza del classico chorus solare stride un po' con l'atmosfera generale della canzone. L'inizio di “A New Life” ricorda ancora una volta i Dream Theater, anche se questa volta è “Trial of Tears” a venire in mente: nel resto del pezzo gli Stramonio evidenziano ancora una volta una buona personalità e una naturale inclinazione per la melodia.
Gli Stramonio dimostrano ancora una volta di essere una band di grandissima qualità, capace di rielaborare in maniera personale ed efficace la lezione dei maestri del genere e anche di aggiungere elementi e soluzioni davvero interessanti. Se ancora non li conoscete, “Time Will Tell” è certamente un buon modo per rimediare... perchè guardare all'estero, quando in Italia ci sono band di questo livello?!
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