Cos'hanno in comune "
Shades Of Misery", "
Revelations Of Reckoning Day" e "
The Sun I Carried Alone"?
Tante, tantissime cose: sono i 3 dischi dei norvegesi
Iskald, sono usciti tutti per la nazionalissima etichetta altrettanto norvegese
Indie Recordings e, soprattutto, sono tutti e tre bellissimi dischi.
"
Nedom og Nord" sarà l'ennesimo elemento in comune, dato che mantiene tutte le caratteristiche sopra elencate ed, in primis, è un album veramente emozionante: il melodic pagan viking frosty black metal del duo proveniente da Bodø è perfettamente equilibrato tra elementi di velocità, breaks rallentati, melodie sinistre, accelerazioni fulminee, blastbeat furiosi con
Simon Larsen, incredibile singer e polistrumentista, sugli scudi grazie al suo screaming furioso ed intenso, così come il forsennato drumming di
Aage André Krekling.
Ogni istante della musica degli Iskald è pervaso da ambientazioni fortemente desolate, un senso di angoscia ed impotenza è chiaramente avvertibile dall'inizio alla fine in questo viaggio, "
Nedom og Nord" appunto, che ci viene consegnato tramite soli sei brani dalla durata piuttosto elevata, circa otto minuti più il brano conclusivo omonimo di quasi dodici. Per la prima volta il titolo di un loro disco è in lingua madre, segno di un tributo e ritorno alle loro origini e della ricerca di una interiorità a cui non interessa più di tanto il mercato discografico, sebbene la metà delle canzoni presentino titoli e testi in inglese.
Rispetto al passato si nota un tentativo di costruire un disco più epico e magniloquente e la durata notevolmente incrementata dei brani rispetto a quelli passati lo dimostra ampiamente, insieme all'uso di cori e di segmenti di batteria marziali, quasi a sottolineare questa avanzata degli uomini del nord nella tormenta di neve e ghiaccio.
Davvero un disco magico, magnifico e completamente assorbente, da ascoltare al buio ed in cuffia per gettarsi a corpo morto in questo viaggio, in questa celebrazione del freddo, del gelo artico, della solitudine e della desolazione: intento pienamente centrato dagli Iskald, che rendono merito ed onore alla loro patria ed ai loro conterranei.
Meraviglioso e, per chi vi scrive, il disco più emozionante e riuscito della loro carriera.
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