Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:45 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. CAUGHT IN THEIR WICKED GAME
  2. THERE AIN'T NO JUSTICE
  3. CIRCLE OF TRUST
  4. LIVING TO DIE
  5. BEFORE YOU RUN
  6. YOU GOTTA KICK IT
  7. TURN ME LOOSE
  8. BORN TO BE A FIGHTER
  9. ANYTIME, ANYWHERE
  10. KISS OF DEATH

Line up

  • Michael Bormann: vocals
  • Alex Beyrodt: guitars
  • Mat Sinner: bass
  • André Hilgers: drums
  • Alessandro Del Vecchio: keyboards

Voto medio utenti

I Silent Force devono rinunciare all'apporto di D.C. Cooper (ormai rientrato in pianta stabile nei Royal Hunt), ma non per questo rinunciano a realizzare un buon album, il quinto della loro discografia.

Saldo al suo posto, ovviamente, ritroviamo l'immancabile Alex Beyrodt, che per realizzare "Rise from Ashes" si è circondato di vecchi (il batterista André Hilgers) e nuovi compari: Michael Bormann (anche se scopriremo che non è proprio così), Mat Sinner e Alessandro Del Vecchio. Tutta gente che ha accumulato esperienza e svariate collaborazioni, che non hanno certo bisogno di presentazioni, soprattutto in grado di dare il proprio contributo.
Peraltro, con l'ingresso di Bormann i Silent Force chiudono un cerchio: proprio lui era il cantante di quei The Sygnet dalle cui ceneri nacquero i Silent Force, e sul loro primo e unico album, "Children of the Future" (1998), oltre a Bormann avevano suonato sia Alex Beyrodt sia André Hilgers.

Ma "Rising from Ashes" non guarda al passato, perlomeno non così lontano, dato che riprende il discorso del precedente "Walk the Earth", che comunque tanto recente non è, essendo uscito nel 2007.
Un Power Metal melodico, con un chitarrismo fluente e dove ritroviamo i Silent Force a spaziare su più fronti, dal veloce neoclassico dell'opener "Caught in Their Wicked Game" a quelli maggiormente legati a intuizioni Hard Rock vagamente seventies, come nel caso di "There Ain't No Justice", "Living to Die" o "Anytime, Anywhere", dove la voce di Bormann calza a pennello e le dita di Alessandro Del Vecchio lasciano davvero il segno.

Tra i pezzi che più hanno catturato la mia attenzione, segnalerei comunque "Circle of Trust", abile nel rimandare ai Def Leppard più vivaci, e "Before You Run", quest'ultima una bella prova d'assieme del gruppo e in grado di unire un feeling settantiano a soluzioni più attuali.

Forse meglio – ma sicuramente non peggio - rispetto a quanto proposto negli anni dai Silent Force.
Ad ogni modo… una gradita conferma.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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