L'esordio discografico dei siciliani
Dormin è un album fortemente "privato".
Descrive gli stati di alterazione mentale del cantante/chitarrista Rex a seguito dell'agonia della mamma divorata dal cancro.
Dolore. Morte. Rabbia. Disordine mentale.
Elementi tutti fusi in una esperienza sonora che unisce doom, black metal, ambient, idm ed una personalità spiccata frutto, ovviamente, del contenuto profondo di questo lavoro.
Non un ascolto facile quello che siamo chiamati ad affrontare da un album come
"Psykhe Comatose Disorder".
Un lavoro nero e denso che ondeggia, costantemente, tra i generi che vi ho citato in precedenza senza rinunciare ad intuizioni che appartengono ad ambiti musicali anche distantissimi tra di loro.
Sembra di trovarsi al cospetto degli
Edge of Sanity intenti a mettere nello spartito il dolore più lancinante al quale si possa pensare: un dolore vivo, sottolineato da accelerazioni brucianti o da lancinanti partiture di chitarra che squarciano la quiete di momenti intimisti quasi sussurrati alla nostra anima.
A fare da contraltare, poi, alle dure esplosioni metalliche una ricerca melodica delicata, quasi soffice ma sempre triste e malinconica all'interno della quale spicca una prova vocale di elevato spessore emotivo.
"Psykhe Comatose Disorder" è dunque sofferenza pura.
Ma è anche catarsi.
I
Dormin sembrano volerci dire che solo dal male più profondo può emergere la speranza o, meglio, la rinascita e il tutto ci viene raccontato da sette brani complessi, intricati ed introspettivi che, se presi con lo spirito giusto, sapranno emozionare.
Certamente da ascoltare. Forse da temere. In ogni caso per piangere.
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