Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2013
Durata:55 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. TALK TO ME
  2. POWER OF MUSIC
  3. BROKEN WINGS
  4. LOST IN PARADISE
  5. IT CAN'T RAIN FOREVER
  6. FRAGILE GROUND
  7. HOLD YOUR LOVE
  8. NEVER TOO LATE
  9. HEAVEN LOST
  10. MY HEART IS DYING
  11. BREAK OUT
  12. MAYBE TOMORROW
  13. THUNDER IN THE DISTANCE

Line up

  • Michael Kiske: vocals
  • Dennis Ward: bass
  • Uew Reitenauer: guitars
  • Gunther Werno: keyboards
  • Dirk Bruinenberg: drums

Voto medio utenti

Stai compilando la lista dei Top Album del 2013, arrivi a 9 e proprio non riesc ad andare avanti. Si, ci sarebbe qualche disco che potrebbe entrarci ma sarebbe proprio tirato per i capelli, difficile definirlo davvero "Top". Allora ti ricordi che hai da ascoltare il nuovo dei Place Vendome e..tutto va al suo posto.

Si perchè "Thunder in the Distance", terza fatica in 8 anni per i multietnici Place Vendome (Germania, Grecia, Stati Uniti, Italia, Olanda..), è l'ennesimo centro di una carriera finora perfetta. Si vabbè è facile quando per le mani hai un potenziale pressoché infinito di musicanti di livello mondiale..o forse no? Perchè il progetto Unisonic, composto praticamente da 3/5 dei Place Vendome, non è andato così bene, almeno per il sottoscritto.
Quindi, cosa rende gli album dei Place Vendome riusciti? Sarà il songwriting a più mani? E chi lo sa..fatto sta che tutti gli "ospiti" di questo nuovo disco, così come fu per lo strepitoso "Streets of Fire", svolgono un lavoro eccellente e certosino, scrivendo canzoni che si adattano perfettamente allo stile dei 5 musicisti.
La parte del leone spetta ad Alessandro Del Vecchio degli Hardline, che firma ben 6 pezzi, mentre gli altri brani sono scritti da Brett Jones, Timo Tolkki, Soren Kronqvist (Sunstorm), Tommy Denander (Radioactive), Magnus Karlsson (Primal Fear), Roberto Tiranti e Andrea Cantarelli (Labyrinth).
E c'è da dire che ognuno lascia una traccia distintiva: i brani di Del Vecchio sono quelli che più assomigliano ai primi due album della band, dimostrando di aver svolto a dovere, a volte anche troppo, il proprio compitino a casa, come nell'ottima opener "Talk To Me", dal refrain però davvero troppo simile a quello di "Streets of Fire". E se "Power of Music" è forse il brano più "stanco" del disco, le altre tracce sono di livello eccellente, su tutte il trittico centrale composto dalla splendida "Hold Your Love", dalla più powerosa "Never Too Late" e da "Heaven Lost", che vanta anche la collaborazione di Carmine Martone.
Meritevoli di citazioni sono anche "It Can't Rain Forever" (per un fan sfegatato del Corvo come me è manna) del bravissimo Soren Kronqvist, già autore per gli ottimi Sunstorm di Joe Lynn Turner, così come la penultima "Maybe Tomorrow", scritta a quattro mani da Roberto Tiranti e Andrea Cantarelli degli italianissimi Labyrinth, che dimostrano ancora una volta la bontà della proposta nostrana in ambito metal. E nel lotto delle ottime canzoni buttiamoci anche "Break Out" dell'enorme Magnus Karlsson (chi non lo conosce se ne vada, per favore) e abbiamo fatto tombola.
O quasi, perchè se a tutto questo ben di dio musicale aggiungiamo anche una copertina fantastica ad opera di Stanis W. Decker, forse la più bella e intensa della discografia dei Place Vendome, è davvero facile rendersi conto di essere di fronte a un album di valore assoluto, non ai livelli del capolavoro "Streets of Fire" ma senza dubbio in grado di giocarsela ad armi pari con l'esordio omonimo risalente ormai a una decade fa.
Cos'ho dimenticato? Forse un Kiske in formissima e che cancella con un colpo di spugna quello appoltronato degli Unisonic? Ecco, si, ho dimenticato quello, come se il resto non bastasse.

Tre, quattro, cinque giri nelle casse e "Thunder in the Distance", con un clamoroso colpo di coda, si infila di diritto nella mia personalissima Top10 del 2013. I Place Vendome dimostrano ancora una volta come essere musicisti grandiosi dotati di classe sopraffina possa e debba portare a realizzare un grande album.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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