Discone, l'anno non poteva cominciare meglio
Come mai non è tra i top?
Assolutamente TOP!
Anche io mi chiedo perchè non sia tra i top, sicuramente lo meritava
bah..valli a capire
Mi spiace ma vado controcorrente con gli attuali Iced Earth, fermo restando il valore indiscutibile delle loro prime realizzazioni è indubbio che il signor Shaffer ci stia reciclando lo stesso disco da Something wicked in avanti. Forse stavolta il riciclo gli è venuto meglio del solito ma da quello che ho ascoltato sempre di riciclo si tratta!!!!
e che palle che siete con questo "perchè è un top sta schifezza...perchè questo capolavoro non è top"...a me sto disco non è piaciuto così tanto come a voi! se finiva tra i top mica ne facevo un dramma... ...anche perchè poi lo ammetto! sono io che decido gli album da mettere top o no! infatti metto sempre top quelli recensiti da Laura Archini,malgrado siano osceni...ma si sa: tira più un pelo di che un carro di buoi ;-P
Invece io vado contro corrente ed esprimo la mia parziale delusione per questo disco. Conosco molto bene gli Iced, li ho visti, seguiti, suonati, criticati e ne ho apprezzato la discreta ripresa sia col precedente Dystopia che con il bel "Live in Ancient Kourion". Questo Plagues of Babylon però non mi convince del tutto. Più lento ed atmosferico dei suoi predecessori, l'album presenta passaggi identici al recente passato e la riproposizione di soluzioni abusate spezza ogni entusiasmo. Stu Black è una certezza e si divincola in maniera ottimale tra parti in cui ricalca quanto fatto dal divino Matt Barlow ed altre più personali ma il problema è un altro. I riff di Shaffer sono sempre più semplici, sovrastati dalla solita melodia di chitarra sulla quale si levano i cori, sempre alla stessa maniera, sempre con le stesse voci, ben realizzati sicuramente, ma ormai non hanno più effetto. Il songwriting appunto, è la nota dolente. Già dalla prima traccia (epica, evocativa e un po' orientaleggiante) si sentono riff rubati alla canzoni del passato, mentre proseguendo l'ascolto è evidente come gli americani ricalchino quanto proposto dai Maiden di fine anni '90/inizio 2000, ovvero canzoni oltre i 5 minuti con intro arpeggiato, crescita centrale, assolo, chiusura. Volevo fare solo un commento ma, scrivendo di getto mi sto dilungando troppo e non vado ad analizzare le singole canzoni sennò non finisco più ;) Cito solo "Pacemaker", altro brano che inizia lento e con un non so che di Lynyrd Skynyrd, acquista poi forza moderata rivelandosi un pezzo a metà strada tra il rockeggiante ed il tenebroso, meno metal del solito ma che, forse proprio per questo, cattura l'attenzione. Ultimo appunto per il nuovo (e già ex!) drummer Saini, più lineare e meno interprete deii riff (praticamente un metronomo) rispetto al grande Brent Smedley che osava qualcosa in più rimanendo chirurgico, rare le volte in cui si mette in evidenza. Non un disco da buttare eh, qualcosa di buono c'è e si può ascoltare più volte, certo che Burn Offerings, Dark Saga e Something Wicked rimangono uno sbiadito ricordo. Per me 6,5.
caro mephys, quando si prendono decisioni si deve avere anche l'umiltà di ricevere pareri concordanti e discordanti....se no tutto sarebbe un gregge di pecore menefreghiste...non ti pare??