Difficile iniziare questa recensione del nuovo lavoro dei
Cripple Bastards.
Ho meditato su come cominciare a parlarvi di questo disco senza essere ripetitivo o lecchino nei confronti della band, senza esagerare, evitando di tirare fuori affermazioni come "l'orgoglio musicale estremo italiano" o altro, poi, ho deciso di sbattermene e buttarvi in faccia la cruda e sconcertante verità: è un disco-bomba!
Vi è piaciuto
Misantropo a Senso unico? Avete apprezzato l'irrobustimento del sound della band astigiana effettuato con ampie dosi di death metal presente su
Variante Alla Morte? Bene, io spero tanto di sì perché allora siete pronti per la distruzione totale.
Nero in Metastasi è la naturale prosecuzione del sound forgiato nei dischi appena citati non senza qualche novità.
D'altronde, nonostante una proposta non certo fine o immediata, è impossibile non notare l'evoluzione intrapresa dai
Bastards sin dal loro esordio, un miglioramento costante sia sotto l'aspetto tecnico che come songwriting, che non ha però scalfito minimamente la loro irruenza e il loro modo di porsi. Odio, misantropia, sdegno e malessere sono presenti più che mai in questo
Nero in Metastasi che, grazie anche allo straordinario lavoro svolto presso lo Studio Fredman di Gothenburg ha permesso di dirigere meglio la violenza della band di
Giulio e compagni, arrivando a colpire ancora più duro l'ascoltatore.
La varietà è forse la chiave del lavoro. Accanto all'hardcore e al punk (sempre presenti ma in maniera più limitata) ci sono ampie dosi di grind e death metal e tutto un corollario di riff dissonanti, atmosfere, rallentamenti ed alcune canzoni di inusuale durata come i 3 minuti e 50 di
Occhi Trapiantati, oppure i 9,03 minuti di
Splendore e Tenebra che partono con tetri rimbombi nel nulla seguiti da chitarre leggere, mentre
Giulio declama il suo testo in modo netto e pulito, anche se con tono basso. Verso il secondo minuto si evolve e pian piano aumenta il ritmo con conseguente inasprimento vocale. Ne risulta un brano strutturato con una bella prova oltre che della batteria anche delle chitarre, sempre in movimento. La parte centrale ha un bel cambio di rotta e spesso il cantato scompare o riappare in tono ancora basso e pulito e prosegue rindondante verso la fine.
Non abbiamo solo brani di questo tipo, li ho voluti citare proprio perché parzialmente differenti dal solito. Schegge impazzite che viaggiano ad ultra velocità ci sono sempre, alternate magari a qualche rallentamento come l'opener
Malato Terminale (che ha anche contaminazioni black metal), oppure la bellissima
Lapide Rimossa o ancora
Strage di Ostacoli e
Nemico a Terra. Gli amanti dell'hardcore e del grind non devono temere, grandi brani hanno in serbo per loro i
Cripple Bastards, i loro nomi sono
Fumo Passivo, Regime Artificiale, Passi Falsi, Sconfitto di Ritorno, Marcatori Positivi.
I testi sono da sempre una parte molto importante della band e anche stavolta
Giulio ha fatto un gran lavoro sia per quanto riguarda le liriche (che vi consiglio di leggere), che per quanto concerne l'interpretazione, riuscendo a variare come se niente fosse scream acidi a profondi growl sempre deviati e destabilizzanti. In ultimo, è doveroso un elogio per gli altri musicisti dei
Bastards che tra una pioggia di blast beat di
Al Mazzotti, le creazioni perverse di
Der Kommissar (grande grande prova) e il fingering assasino di
Schintu the Wretched, creano un'onda sonica micidiale.
25 anni di storia e sono ancora qui, con una carica e una spinta incredibili. Magari qualcuno storcerà il naso dicendo che si è persa la parte rozza e verace, la parte più squisitamente hardcore degli esordi, pace. La band oggi è qui, con un deal con la Relapse e l'ammirazione di schiere di band in ogni continente, il resto sono chiacchiere.
Attenzione dunque,
Nero in Metastasi esce dalle casse e si materializza nella vostra stanza per prendervi a calci in culo.