Ben pochi conosceranno i
Deathevokation, band statunitense che ha preso il proprio nome dal leggendario brano dei
Dismember, eppure nella loro brevissima vita (dal 2005 al 2009) composta unicamente da questo album più due o tre split album sono riusciti a creare un disco veramente intenso ed ispiratissimo, un completo tributo al death metal vecchia scuola, ammantato di quell'insana sinistra melodia, tempi epici e rallentati inframezzati da furiosi blastbeats, ed un incedere marziale degno dei vecchi
Bolt Thrower era "
Honor Valor Pride", anche grazie alla voce profonda e stentorea di
Götz Vogelsang, evidentemente emigrato dalla mittel-Europa alla California e leader fondatore del gruppo.
"
The Chalice of Ages", oggi ristampato dalla mai troppo benedetta
MDD esce nel 2007 per
Xtreem Music ed attraversa, anche a causa del momento storico del death metal e la ristrettezza economica dell'etichetta in ogni caso spesso assai valida, una totale indifferenza degli addetti ai lavori e del pubblico, ed infatti di lì a poco la band si scioglie, immeritatamente perchè chiunque apprezzi il death metal troverà questo album assolutamente fantastico, in special modo per quel che concerne le tonnellate di riffs indovinatissimi che vanno a comporre gli otto pezzi, più la cover "
Chunks of Meat" dei misconosciuti olandesi
Antropomorphia contenuta nell'EP "
Necromantic Love Songs" del 1993.
Ed è proprio l'anima europea del death metal che pervade dall'inizio alla fine "The Chalice of Ages", con echi di
God Dethroned, Fleshcrawl, Decomposed ed Unleashed, con sporadici ma intensi echi dei primissimi
My Dying Bride nelle spruzzate di epic doom che qua e là fanno capolino nei vari brani, con breaks rallentati e melodici che mettono i brividi.
VERO death metal, nel più puro senso della parola, mai caotico, trascinante, energico, lievemente melodico ma mai abusato come spesso è accaduto nella più recente scuola svedese: i momenti più epici e pomposi sono assolutamente da brividi, così come quelli in cui la band decide di pestare maggiormente sull'acceleratore: la sola suite conclusiva "
As My Soul Gazes Skywards" vale l'acquisto, credetemi, è un viaggio di dieci minuti di pura decadente poesia
E' un peccato constatare che la massa, e di conseguenza le label, decidano di supportare centinaia, migliaia di formazioni ridicole e trendy come nella più squallida musica pop da classifica, mentre dischi immensi come questi giacciono nel dimenticatoio, conosciuti ed apprezzati unicamente da un manipolo di intelligenti ed acculturati estimatori: siamo qui anche e soprattutto per questo, mollate quelel schifezze di
In Flames o Soilwork degli ultimi anni e date un ascolto ai Deathevokation, perchè meritano ed anche voi meritate di più.
"Music that doesn't follow trends is meant for the ages"