Evidentemente il sottobosco italico deve attraversare un momento di rinascimento dato che nel giro di pochissimi mesi questo è il terzo gruppo che mi sorprende positivamente, lasciandomi assolutamente soddisfatto e con una specie di strano sorriso a mo' di ebete, talmente sono rapito e conquistato da questo "
Where Is Your God Now?", opera prima degli
Hagel Stone, quartetto proveniente da Ferrara (e Rovigo) che pubblica il proprio debutto tramite la
Sweet Poison Records.
La lunga iniziale "
Apocalypse" è la classica canzone che ti è sufficiente per chiarire le intenzioni della band ed il suo valore base, se c'è del materiale interessante per arrivare a qualcosa di assolutamente valido o se si tratta solamente di una formazione decente, o addirittura pessima: il magniloquente e monumentale inizio ci lascia presagire un epic metal solfureo e dominante, e così sarà la storia di questo "Where Is Your God Now?", che parte subito alla grande anche con la voce di
Dario Ricci, anche alla chitarra, e perfettamente inserito sia nelle partiture più roche e profonde sia in quelle più alte e declamanti, il tutto su colate laviche di riffs sconquassanti che terminano in un chorus con un grandeur che non ascoltavo da tempo ed un break melodico a metà brano che ci consegna anche un assolo che ci sta a pennello e che ricorda un po' la parte finale di "
How Many Tears" degli
Helloween tratta dal celeberrimo "
Live in the UK". Insomma il classico inizio col botto.
La cosa meravigliosa è che, tra lievi alti e bassi e con un mood generale un po' tra il romantico ed il dimesso, con una continua sensazione di malinconia che si scontra con la forza e la vigoria di brani "eroici", il valore del disco si mantiene per tutta la propria durata, passando per la ritmata e quasi folk "
Hey Can You Tell Me?", la terremotante "
Hunting Ground" con assolo e cavalcata da panico al pari della successiva "
The Anvil". C'è anche spazio per un brano cantato in italiano "
Razzo Rosso", anche questo intenso e perfettamente a proprio agio con le metriche della lingua nostrana.
Insomma Grazioli, direte voi, ma questo cd ce l'ha un difetto??
Il booklet poteva essere realizzato meglio, con misere due paginette e testi scritti "a mano" poco leggibili, ma qui ci stiamo appigliando al nulla: melodie assolutamente azzeccate, flavour epico che straborda acciaio da tutte le parti, produzione all'altezza, continui e piacevoli echi dei
Manowar e
Virgin Steele che furono (non le pantomime di oggi), tutto questo fa degli
Hagel Stone una bellissima ed inaspettata sorpresa e del loro "
Where Is Your God Now?" un esordio incredibilmente convincente ed emozionante.
Chi si lamenta di scarsa originalità e poca personalità...beh ha sbagliato genere, e anche portale.
Fare pace col metal e scoprire, ancora una volta, che al di là di baracconate come Avenged Sevenfold e le Butcher Babies, in una scena metal sempre più dominata dal trend e da Maria De Filippi, c'è gente che suda, si impegna, crea e ci crede e che considera il Metal arte con la M maiuscola.
Vivaddio, grazie Hagel Stone.