L'
inquisitore metallico torna a puntare il proprio sguardo severo e indagatore sulle schiere dei
true defenders, sottoponendole alla prova di un nuovo album (il quarto della serie), "Ultima Ratio Regis", da poco uscito per la Massacre Records.
Un compito che si può affrontare senza particolari timori, infatti, le aspettative non vengono smentite: "Ultima Ratio Regis" è foriero di un Heavy Metal di chiara derivazione ottantiana, forgiato dal metallo in una fornace dove sono state convogliate le influenze di formazioni appartenenti alla tradizione britannica, quali Raven, Saxon, Judas Priest o Satan.
E dal crogiolo fuoriescono canzoni come la muscolare "Confession Saves Blood" o le affilate e brucianti "Burn Them All" e "Death on Demand", che non possono che confermare quanto sopra, con i
Metal Inquisitor che in occasione della conclusiva "Second Peace of Thorn" sembrano addirittura guardare a dei Black Sabbath che stanno improvvisando una jam con i Saxon.
Così, per poter ricordare quelli che sono i natali dei Metal Inquisitor, dobbiamo puntare su "Call the Banners" che rispolvera i Running Wild dei primi dischi, quegli stessi che fanno capolino - pur in misura minore (anche perchè si devono dividere la scena con Accept e Grave Digger) - su "Self-Denial".
Inoltre, per quanto meno pronunciati, non si possono nemmeno ignorare i rimandi allo US Metal e a gruppi come Metal Church o Vicious Rumors.
Come per il precedente "Unconditional Absolution" (2010), l'artwork è stato realizzato da Dimitar Nikolov, un artista emergente che ha già illustrato copertine per Ross The Boss, Ancillotti, Steelwing e Steel Assassin, mentre il mix e il mastering sono stati affidati (con buoni risultati) al chitarrista e vocalist degli Enforcer, Olof Wikstrand.
La devozione (Blumi e Cliff Bubenheim fanno anche parte dei Metalucifer) e la solidità dei Metal Inquisitor non era mai stata messa in dubbio sinora, e non sarà certo questo "Ultima Ratio Regis" a far cambiare l'opinione su di loro.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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