Gli americani
Aurora Borealis hanno sempre vissuto al margine della scena estrema del loro paese raccogliendo davvero poco se si considera l'elevata qualità della loro produzione.
Un gruppo, dunque, "sfortunato" in grado, nonostante tutto, di rilasciare sette album di lunga durata, compreso il qui presente
"Worldshapers", votati ad un death metal di pregevolissima fattura, come ho già ricordato qui sopra.
La musica dei nostri è un perfetto incrocio tra la scuola americana del Brutal death e quella europea, polacca e svedese in particolare, un amalgama che da vita a brani dirompenti, ottimamente suonati e basati su un riffing serrato e micidiale che dimostra la perizia del terzetto perfettamente a suo agio in questo genere di sonorità.
Ho sempre apprezzato la voce del leader
Ron Vento, acida e maligna, molto più affine al black metal che al death ed in grado, per tanto, di segnare brani sempre in tensione e ritmicamente irresistibili.
Certamente gli
Aurora Borealis non sono un gruppo rivoluzionario: i loro modelli sono perfettamente chiari, ma la loro musica è concepita in maniera precisa e meticolosa, pregio grandissimo quando si suona un genere così distruttivo come il loro.
Brani come la devastante
"God Like Redemption", basata su giri di chitarra semplicemente dirompenti, o
"The Oldest of Dilemmas" dai riff "melodici" ispiratissimi, sono testimonianze della bontà di una proposta che ha davvero poco da invidiare a nomi ben più blasonati di quello del gruppo del Maryland e dovrebbero invogliare chiunque ami il
VERO death metal a dare una possibilità agli
Aurora Borealis piuttosto che perdere tempo con i "falsi" miti che popolano l'odierno panorama estremo mondiale.
Per quanto mi riguarda un gruppo di culto da supportare.
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