Dio solo sa quanto io abbia ascoltato, in adolescenza ed in maturità, "
Inside the Unreal" e cosa rappresenti per il sottoscritto, molto più di un semplice disco, molto più di un ottimo disco, molto più di un monumento del death metal, peraltro uscito in Italia nel 1993, quando emergere o solamente comporre qualcosa di così impensabile era veramente una sfida assolutamente fuori da ogni possibile confronto.
Poi il cambio di direzione, tanti problemi, pessime scelte, hanno condannato all'oblio il nome degli
Electrocution, un oblio però reso però quasi epico per gli aficionados del death metal che potevano sempre vantare quell'"Inside the Unreal" come simulacro da ammirare ed in cui trovare rifugio.
Oggi, a distanza di 21 anni, 3/4 di quella formazione rimbracciano gli strumenti e danno corpo al nuovo "
Metaphysincarnation", gioco forza un disco diverso nello stile ma fortunatamente uguale per direzione, ovvero quelal di un death metal no compromise, claustrofobico, violento ed oscuro, e questo lo si capisce dal primissimo riffs, anzi dai primissimi secondi che lo precedono.
Ma, alla luce della mia idolatria per quel disco e conscio di essa, ho aspettato dieci, cento, mille ascolti di "Metaphysincarnation" per capire il reale valore di questo disco perchè a causa della mia cieca e trascendente adorazione per ITU la qualità avrebbe potuto essere anche quella di un "
Harmony Corruption" o "
The End Complete", ma il paragone sarebbe stato comunque impietoso.
Alla fine della fiera e davvero dopo non so quanti ascolti, "Metaphysincarnation" è ai miei occhi "solo" un buon disco: nulla di eccezionale, niente di clamoroso o per cui stropicciarsi gli occhi, ma nemmeno nulla di fallimentare, noioso o per il quale era meglio che il nome Electrocution non fosse mai stato adoperato.
Andiamo con ordine:
1) pur rimanendo nel contesto dell'estremo (perchè questo disco è una mazzata, e qui non ci piove) il
cambio di direzione da quel death thrashoso molto a-là-
Kreator ad uno così "
deicideiano" mi ha un po' rattristito, speravo vivamente che la band non intraprendesse questa corrente...
2) la produzione è moderna, ben fatta, al passo dei tempi e riproporre quella di "Inside the Unreal" sarebbe stato effettivamente impossibile ed anacronistico, tuttavia (fatto ovviamente legato al punto 1) ascoltare qualcosa che assomiglia a "
Once Upon the Cross" da parte loro non mi ha soddisfatto
3) gli assoli sono davvero ben fatti e rappresentano una delle note più liete del disco
4) il growl invece...personalmente rappresenta il problema più grande
Mi autocito dal forum di Metal.it, in cui il 18 Marzo scrissi le seguenti parole:
il growl mi piace enormemente più quello becero e sguaiato di inside the unreal, non c'è proprio storia: sul nuovo c'è un growl "urbano", molto anonimo, una cosa alla roots bloody roots...adatto a roba moderna, ad un death claustrofobico... che poi probabilmente è quello che questo disco tenta di inseguire
Purtroppo dopo quasi 2 mesi mi trovo a confermare le mie iniziali impressioni, ma sono pressochè certo che "Metaphysincarnation" è stato il risultato cercato, voluto ed infine trovato dagli Eletrocution: un disco più tecnico, pesante, veloce, con un'altra atmosfera ed un mood giocoforza più moderno, ma così facendo anche meno carismatico ed incisivo.
Un buon ritorno, sono felicissimo per
Alex, Mick e Max che sono stati idoli della mia giovinezza e che continuano ad esserlo immortalmente, ma non possiamo catalogare il loro come-back come un qualcosa che non è. Buon disco, raccomandabile a tutti i deathsters e non solamente quelli di una certa età, ma per il momento non si riesce ad andare oltre.