Dodici anni di attività e solo un mini cd all’attivo … un po’ poco per questa band nostrana … “Finalmente” però è venuta l’ora di esordire e vomitare in faccia al mondo del metal tutta la propria furia e “impazienza” musicale … E’ veramente difficile riuscire a dire qualcosa di “originale” per una band che di “originale” non ha proprio niente, mi dispiace per i romani
Degenerhate, ma la loro proposta è talmente derivata che l’ascolto di questo
“Chronicles Of The Apocalypse” è stato veramente duro, seppur l’album si articoli per soli 26 minuti scarsi in ben 15 capitoli originali, più intro e outro e due cover
“Running Through The Blood” dei
Fear Of God e
“Cannibal Ritual” dei
Blood. I musicisti coinvolti hanno tutti una certa esperienza e dimestichezza con queste sonorità, basti ricordare che dietro il microfono si accomoda un usignolo di nome
Max Varani che abbiamo trovato alle prese con
Enthralment,
Corpsegod,
CorpseFuckingArt e che dietro le pelli c’è l’ex batterista degli osannati (all’estero)
Fleshgod Apocalypse . Accanto alle classiche sfuriate tipo
“Bushit”,
“War Inside My Head” e
“Behind The Black Horizon”, troviamo un pezzo come
“Another You Another Me” brano piuttosto “lento” per il genere e senza quella volontà distruttiva, il sound della band mostra ancor di più la corda.
“No Excuse Anymore” con i suoi 39 secondi è il pezzo a la
Napalm Death che più mi ha entusiasmato tra tanta apatia sonora. In
“New World Disorder” la band tenta di inserire anche un solo per rendere un po’ più variegata la proposta, ma non saranno certo questi piccoli, ma comunque importanti, particolari a risollevare il giudizio complessivo su un’opera che mi ha alquanto deluso, affossata anche da un pezzo insulso e orrendo come
“Power”. Interessanti e socialmente schierati, come da tradizione, i testi. Se i ragazzi volevano solo sfogare le proprie frustrazioni e avere finalmente in giro un debut album, hanno fatto bene a lanciarsi in quest’avventura, ma difficilmente riusciranno ad attirare l’attenzione che vorrebbero. Poco estremo per gli estremisti che potrebbero amare (in linea teorica) queste sonorità ed eccessivamente estremo per chi non ha confidenza con grind-death-punk-crust.
“Chronicles Of The Apocalypse” finisce per restare un mezzo ibrido, che da una parte lascia intuire qualche spiraglio per il futuro, ma in definitiva delude e non poco. Bisogna fare di più e meglio.
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