Cradle of Filth - Total Fucking Darkness (2LP)

Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:60 min.
Etichetta:Mordgrimm

Tracklist

  1. SPATTERED IN FAECES
  2. THE BLACK GODDESS RISES
  3. AS DEEP AS ANY BURIAL
  4. UNBRIDLED AT DUSK
  5. THE RAPING OF FAITH
  6. FRATERNALLY YOURS, 666
  7. DEVIL MAYFAIR (ADVOCATUS DIABOLI)
  8. THE BLACK GODDESS RISES
  9. SEANCE AND MANDRAKE (INSTRUMENTAL)
  10. THE RAPING OF FAITH
  11. UNBRIDLED AT DUSK
  12. HEKATE ENTHRONED (INSTRUMENTAL)

Line up

  • Dani Filth: Vocals
  • Paul Ryan: Guitars
  • Paul Allender: Guitars
  • Robin Graves: Bass
  • Darren J. White: Drums
  • Benjamin Ryan: Keyboards

Voto medio utenti

Prima che dessero alle stampe il loro esordio discografico, quel "The Principle of Evil Made Flesh" che ne avrebbe consegnato il nome alla storia del metal estremo, i Cradle of Filth avrebbero dovuto realizzare "Goetia", album rimasto nella leggenda e mai più divulgato dai nostri.
Proprio da quel fantomatico lavoro viene ripresa "Spattered In Faeces" che apre la ristampa di "Total Fucking Darkness", demo del 1993 che precedette l'esordio della band del Suffolk.
Per l'occasione Dani Filth e l'ex chitarrista Paul Ryan, artefici, insieme con Frater Nihil, fondatore della Cacophonous Records, di questa re-issue, si occupano di rimasterizzare i brani ed aggiungere alcune "chicche" non contenute nel demo originario e registrate durante una session del 1992 che avrebbe dovuto precedere il rilascio di "Goetia".

Nei primi anni '90 i Cradle suonavano un genere molto diverso da quello che poi li avrebbe resi celebri: questi brani, infatti, ci presentano un suono grezzo, fortemente orientato al death metal, marcio e putrido, arricchito, comunque, da quegli spunti gotico/melodici che sarebbero diventati trademark dei vampiri inglesi.
"Total Fucking Darkness", pur nei suoi evidenti limiti, è un lavoro oscuro, molto violento e selvaggio all'interno del quale il gruppo mostra il suo lato più feroce e, se vogliamo, più genuino.
Certo, fa un certo effetto sentire Dani Filth usare, quasi sempre, un growl cavernoso e catacombale, così come affascina una registrazione si confusa, ma fottutamente adatta ad esaltare pezzi maligni e saturi di morte.
La già citata "Spattered In Faeces", la, di li a poco celeberrima, "The Black Goddess Rises" o la venefica "Devil Mayfair (Advocatus Diaboli)" sono schegge impazzite di nero appiccicoso e di death metal assassino testimonianza della altissima qualità di una band, giustamente, divenuta famosa.

Al di là di quello che si possa pensare dei Cradle of Filth e dei loro atteggiamenti spesso demenziali, gli inglesi restano uno dei nomi più importanti di tutto il metal estremo e questa ristampa un modo utilissimo, ed ammaliante, di conoscerne la prima incarnazione.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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