Ecco un altro ritorno, dopo qualche anno di assenza sulla scena metal internazionale, di una band che aveva raccolto buoni pareri con il precedente album. Si tratta degli
Scamp, formazione danese dedita ad un genere assai complicato da descrivere, ma divertente da ascoltare. Si tratta fondamentalmente di un djent, con elementi provenienti dal death, dal core in generale, dal groove e con un pizzico di electronic/industrial. Vi sono sicuramente strette connessioni alle radici fra il sound e l'ispirazione degli
Scamp con
Meshuggah (quando si parla di djent è inenvitabile non nominarli) ed altre band stile
Fear Factory, ma anche e soprattutto con lo sperimentale industrial degli
Mnemic, altra band danese dalla quale proviene il nuovo singer
Michael Bøgballe. Il legame fra gli
Scamp ed il gruppo appena nominato va dunque oltre alla semplice influenza, avendo inglobato un ex-membro in formazione, toccando di volta in volta gli stessi limiti di sperimentazione musicale. Gli
Mnemic scalarono le classifiche in Danimarca con
The Audio Injected Soul, loro secondo full-lenght e probabilmente pure il più riuscito, in cui fondevano industrial, groove, metalcore, nu metal e melodic death, approssimativamente ciò che fanno gli
Scamp in questo nuovo
The Deadcalm. Proprio la figura di
Michael Bøgballe è fondamentale nella riuscita dell'esperimento, portando alcune delle caratteristiche che hanno segnato i migliori anni degli
Mnemic. Egli è dotato di una voce particolarmente potente che concilia perfettamente con la musica creata dal resto della band.
The Deadcalm, composto da dodici tracce che aggregano diversi stili musicali, è indubbiamente un album compatto, quadrato, con un pregevole lavoro di riffing, una bella percentuale di groove e sicuramente dotato di un grande impatto sonoro. Già con l'opener
Broken 20_20 ci si accorge immediatamente qual è l'obiettivo degli
Scamp, ovvero sottomettere l'udito dell'ascoltatore. Potenza tipica del djent, un occhio rivolto verso il nu metal ed il metalcore, con in aggiunta l'ottima prestazione della sezione ritmica, sono le qualità di questo brano e dell'intero disco. Questa traccia potrebbe essere la sintesi fra un pezzo dei
Meshuggah, uno dei
Killswitch Engage ed uno degli
Ektomorf. Lo scatenato drummer Morten Christensen si fa notare anche nella successiva
The Boys From Dead Soul Road in cui aggressività e devastazione sonora si sprecano. Da sottolineare il sempre ottimo
Michael Bøgballe al microfono.
Existence Status Zero continua a macerare l'udito dell'ascoltatore con un riffing pesante ed una struttura stavolta particolarmente orientata verso il metalcore. Un inizio tech death segna invece la quarta traccia,
Adrian, che si trasforma successivamente in un djent con chorus melodico. Impressionante la prestazione della sezione ritmica sino a questo momento.
Organism si piazza esattamente fra l'hard ed il metalcore, pur continuando a mutare nello scorrere delle note grazie all'attenzione e all'attitudine degli
Scamp verso la tecnica ed il cambio di sonorità. Quella stessa tecnica espressa in
Silent Inferno, che vede circa nel mezzo del pezzo un richiamo ai
Sepultura o
Soulfly cavaleriani.
Edge of Devastation molto groove e tendente al core è una delle tracce già pronte per le prossime date della band, mentre No Surrender, demolente e scatenata, strizza l'occhio al thrashcore ed in alcuni momenti al death dei primi
In Flames.
The Longing con un inizio industrial stile
Fear Factory mantiene in seguito un sound deathcore.
Emotional Psycho Release è veramente una traccia psicotica, con diversi cambi di tempo e sonorità vicine al metalcore.
Deadhead rimarca il melodic death di stampo moderno, mentre la conclusiva title-track,
The Deadcalm, è la prima e l'unica canzone ad avere un momento di pace e, per come è strutturata, è anche una delle migliori dell'album.
Alla fine dell'ascolto di
The Deadcalm si è sicuramente, detto in maniera benevola, frastornati. Come già detto questo nuovo lavoro degli
Scamp è solido, curato in tutti i suoi dettagli, ben strutturato e suonato. Allo stesso modo di qualsiasi altra uscita djent, anche questa non è universalmente consigliabile, ma la band danese ha di certo messo a segno un altro buon colpo.
Lyric video di Silent Inferno