In questo caso non servono né introduzioni, né tantomeno spiegazioni prolisse ed inutili. Ci troviamo di fronte ad una delle band più importanti dell'intera storia del Metal, simbolo e creatore di un genere tutt'oggi in evoluzione e mutazione. I
Death di
Chuck Schuldiner, personaggio entrato a pieno titolo nel pantheon metallico e del quale si sente la mancanza sempre di più di giorno in giorno, sono da anni al centro di questa campagna di ristampe da parte della Relapse Records. Per l'etichetta sicuramente una mossa commerciale, per i fans accaniti un motivo per collezionare rarità dei loro beniamini (potremmo anche parlare al singolare in questo caso), per i nuovi ascoltatori una possibilità eccezionale di scoprire uno dei gruppi fondamentali e più acclamati del Metal. Come per le precedenti
reissues non si parlerà dell'album, per quello rimandiamo alla
recensione vera e propria, ma solamente degli inserti e della qualità di questa nuova uscita.
Questa volta ci troviamo di fronte a
Leprosy, secondo full-lenght della band americana, originariamente rilasciato nel 1988, a soltanto dodici mesi dal già grandioso
Scream Bloody Gore. In quest'album si notava la crescita dei
Death e l'embrionale definizione dell'omonimo genere, con un'aggressività ancor più marcata, ma rispetto al precedente più ragionata, trattenuta. Plasmando al meglio il materiale e le potenzialità illimitate
Chuck Schuldiner riesce dunque a creare un disco che diventerà ben presto un classico della band californiana.
La ristampa in questione è disponibile in doppio CD e vinile, con una edizione limitata a 2000 copie che ha l'aggiunta di un terzo disco contenente un
Live e per i più fanatici c'è anche la possibilità dei dischi colorati, oltre ad una infinita serie di merchandising. Il primo disco presenta l'album originale, con le sue otto tracce, non destando nulla di nuovo, nemmeno per il remastering; il suono appare sempre ruvido e graffiante. In relazione al secondo cd, esso comprende un insieme di dieci demo delle canzoni, quattro registrate a Settembre del 1987 e sei a Dicembre dello stesso anno. Come potrete immaginare la qualità non è delle migliori, ma è comunque divertente ascoltare queste primitive registrazioni dei
Death (sono ben tre le tracce dedicate a
Left to Die) e pensare di essere con loro in sala prove. Il terzo disco racchiude il sopracitato Live, quindici tracce prese dalle date del
Live at Backstreets e del
Live at The Dirt Club negli Stati Uniti, alcune tratte da
Leprosy altre da
Scream Bloody Gore. Anche in questo caso il suono è sporco (d'altronde consideratene la datazione), ma sono sicuro che per i fans è più che sufficiente.
Questo è tutto ciò che la ristampa di
Leprosy rappresenta. Per il consiglio se acquistarlo e meno direi ai fans che sono praticamente obbligati, ai nuovi ascoltatori consiglierei questa versione (magari non la limited, ma la standard), al metallaro medio lascerei la scelta, anche se avere questi capolavori è già di per sé un dovere e, se contengono qualcosa in più, meglio ancora.
Pull the Plug remastered
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