Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:48 min.
Etichetta:SPV Recordings

Tracklist

  1. ONUS
  2. SHARPSHOOTER
  3. COMMAND.TURN.REVOLT
  4. VAMPYRE
  5. TERRACOTTA
  6. STAND ALONE INC.
  7. GUILT TRIP
  8. SKELETONS
  9. NUCLEAR
  10. W.A.R.
  11. PAPER PLANES
  12. EDGE

Line up

  • Chris Pate: vocals, guitar
  • Lee Dummett: bass, backing vocals
  • Andy Long: drums
  • Dylan Cassin: guitar, backing vocals

Voto medio utenti

Il tutto potrà suonare forse un po’ “costruito” e poco caratterizzato, ma francamente questo disco di debutto sulla lunga distanza dei The Arkanes a me è non è dispiaciuto per niente.
Arrivano da Liverpool e propongono la “classica” musica in bilico tra indie, brit-pop e hard-rock, infarcendo le loro composizioni di melodie abbastanza facili e “piacione”, eppure “W.A.R.” non è solamente da considerare, come spesso accade in circostanze stilistiche analoghe, un ascolto gradevole da confinare al “sottofondo” di situazioni in cui non è richiesta una particolare concentrazione.
Le evidenti fonti ispirative del quartetto, riassumibili in Nirvana, The Vines, Oasis, The Music, Supergrass e Kasabian (con tanto di coretti psych-soul in “Command.Turn.Revolt”) vengono trattate con una certa disinvoltura e abilità, finendo per conquistare l’attenzione e per produrre del materiale sonoro in grado di “sopravvivere” anche dopo svariati contatti, scongiurando l’onta del celere approdo al sempre stipato “dimenticatoio”, magari dopo appena un paio di distratte fruizioni.
“Roba” indirizzata ai rockers della generazione 2.0 che potrà essere apprezzata pure da un pubblico maggiormente smaliziato, insomma, entrambi (sebbene presumibilmente con livelli diversi di “penetrazione emotiva” …) istantaneamente coinvolti dalle propulsioni ritmiche degli anthem Nirvaniani “Onus” e “Nuclear” e dalle frequenze garage-rock di “Sharpshooter”, “Terracotta” ed “Edge”.
Non meno efficaci appaiono, poi, le suggestioni liquide della già citata “Command.Turn.Revolt” e di "Stand alone Inc.”, il tocco decadente di “Vampyre” (che piacerà altresì ai fans di Pulp e Suede) o ancora le cadenze pulsanti di “Guilt trip”, mentre i languori di “Skeletons e della sinfonia acustica "Paper planes”, pur ben congeniati, non “impressionano” in maniera determinante.
The next big thing di un panorama musicale in piena stagflazione? Difficile dirlo … le logiche che regolano queste cose sono veramente imperscrutabili … quello che è decisamente più decifrabile, invece, è la bravura e la freschezza di questi ragazzi inglesi (fieri supporters del Liverpool FC, come dichiarano sulla loro pagina facebook …), molto meno “innocui” di tanti loro colleghi di settore.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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