Una bella ragazza, finalista di uno dei tanti talent-show musicali che infestano l’Europa, insieme a due corpulenti rockers barbuti e tatuati, non di primo pelo. Questo è il trio dei
A Tree of Signs, da Lisbona, Portogallo.
Esordiscono con un breve Ep di due brani, più un bridge strumentale. Il genere è pienamente doom, nella scia di Blood Ceremony e Jex Thoth. Dei primi ricalca la voce femminile folkeggiante, dei secondi la vena leggermente sperimentale che porta all’eliminazione della chitarra. Solo voce, basso e batteria, dunque.
Un paio di canzoni ci dicono poco, anche se è chiaro il tentativo di giocare sul contrasto tra le rugginose linee di basso e la piacevolezza del canto di Diana Silveira. Giudizio sospeso, in attesa di controprove chiarificatrici.
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