Copertina 8

Info

Anno di uscita:2021
Durata:62 min.
Etichetta:Transcending Obscurity Records

Tracklist

  1. TYRANNY
  2. FAMINE
  3. PESTILENCE
  4. ASCENT OF THE FLAMES

Line up

  • Stuart Prickett: guitars, keyboards
  • Mandy Andresen: vocals (female), keyboards
  • Yonn McLaughlin: drums
  • Dan Garcia: bass
  • Gamaliel: vocals

Voto medio utenti

Dalla lontana, ma sempre affascinante, misteriosa e selvaggia Australia, giunge il quarto album dei The Slow Death che, per rimanere fedeli alla "lentezza" del proprio monicker, si sono presi ben sei anni per dare vita al successore dell'ottimo "Ark". Come era auspicabile il nuovo "Siege" segna l'ennesimo passo in avanti nella carriera dei 5 australiani, e ce li propone nella loro migliore versione fino ad oggi, grazie ad un album, maturo ed equilibrato, ben concepito e realizzato, dove la matrice doom-death è messa leggermente in secondo piano per lasciare spazio ad un sound che mi piace definire "ethereal funeral doom" ... dove la componente "eterea" è data dalla delicata e fiabesca voce di Mandi Adresen in perfetta osmosi con le melodie sognanti (e grevi) che si dipanano senza soluzione di sorta. Quando questo connubio viene a mancare, come in "Famine" la band "scade" in un canonico doom-death molto meno coinvolgente, seppur di valore. A voler analizzare più in profondità "Siege" si evince come manchi un pezzo come "Adrift" che sull'album precedente, riusciva a spiccare per qualità, grazie ad uno straziante crescendo lirico-musicale che culminava in uno splendido finale emozionalmente intensissimo. Certo non è che in quest'album manchino i momenti di qualità, anzi, direi che mediamente parlando questo "Siege" è molto più valido di "Ark", anche se la sua formula, 4 pezzi per oltre un'ora di musica, fa si che l'ascolto sia ancora meno agevole e che i pezzi vivano su una spiccata ambivalenza tra l'osticità del primo impatto e il loro continuo rivelarsi nei successivi ascolti, per "donarsi completamente" nella loro toccante tristezza e oscura bellezza, ogni volta in maniera diversa ma sempre fortemente emozionante. Non so quanto di voi avranno la voglia e la pazienza di avventurarsi alla scoperta di questa "fatica musicale" ,perché il percorso è tutt'altro che semplice, lineare e assimilabile, ma vi assicuro che una volta riusciti ad arrivare alla fine, avrete una masochistica voglia di re-iniziare subito da capo l'ascolto, un irrefrenabile bisogno di potersi di nuovo perdere in queste note lente, strazianti e talvolta strappalacrime, ma lacrime di profonda e straziante estasi catartico-musicale ... voce all'arte

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