Den Saakaldte - Kapittel II: Faen I Helvete

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2014
Durata:48 min.
Etichetta:Agonia Records

Tracklist

  1. DIN SISTE DAG
  2. FORBANNA IDIOTER
  3. DU SELVPROKLAMERTE MISJONæR
  4. ENDELøST ØDE
  5. DJEVELENS VERK
  6. SOM ETT ARR På SJELEN
  7. ONDSKAPENS NøDVENDIGHET

Line up

  • Sykelig : guitars
  • Seidemann : bass
  • Tybald : drums
  • Einar "Eldur" Thorberg : vocals
  • Tjalve : guitars

Voto medio utenti

Frettolosamente inseriti nel’infinito filone del black depressivo per via di un titolo di debutto alquanto fuorviante ( “All Hail Pessimism” del 2009) i norvegesi Den Saakaldte ritornano con un album che farà molto discutere visto il cambiamento di sound abbastanza marcato in seno alla band. Se infatti il “problema” principale del debut album poteva essere l’eccessiva omogeneità dei pezzi, fatto salvo qualche raro momento, in questo “Kapittel II: Faen I Helvete” la band mette talmente tanta di quella carne al fuoco che il banchetto finisce quasi per essere indigesto anche se l’antipasto presentato come “Din Siste Dag” mette subito in chiaro quello che sarà l’album. Il pezzo è freddo, veloce, tirato e bestiale, un ottimo inizio che ci introduce a “Kapittel II: Faen I Helvete” nella maniera più opportuna possibile e grazie anche alla seguente “Forbanna Idioter” , con il suo forte flavour thrash, guadagna subito in dinamicità e fantasia. Un’accoppiata sicuramente azzeccata per aprire un album che presenta senz’altro delle grosse sorprese a partire da “Du Selvproklamerte Misjonær” che parte come se ancora le Reebok da basket, i pantaloni a tubo attillati e i giubbotti di jeans senza maniche ricoperte di toppe, fossero all’ordine del giorno … thrash anni ’80 brutallizzato un po’ dallo screaming a da una produzione tagliente e affilata che esalta in maniera evidente l’incessante lavoro delle chitarre. Ottimo in questo brano lo screaming di B.R.F. che infonde all’interpretazione un coinvolgimento estremo davvero sentito. Peccato veramente che la seguente “Endeløst Øde” e “Som Ett Arr På Sjelen” siano due brani incomprensibilmente senza mordente, senza alcuna ispirazione e soprattutto di una banalità sconcertante, in peggio si distingue “Endeløst Øde” che inizia come una canzonetta per evolversi poi in un banale pezzo thrash con riffettone, parte rallentata e arpeggio che provoca una certa insofferenza già allo scoccare del terzo minuto, figurarsi arrivare alla fine dei 7… Per fortuna queste due sciagure sono intervallate dal pezzo probabilmente più bello coinvolgente e fantasioso dell’album, “Djevelens Verk” che si apre come una vera e propria dimostrazione di forza, un attacco black micidiale che non lascia mai presagire il rallentamento con vocione dapprima simil epico narrante poi diabolico che intona chissà quale maledizione in norvegese … Un ottimo esempio di come la band sappia sorprendere con delle scelte talvolta un po’ spiazzanti, talvolta geniali e evil come in quest’ultimo pezzo capace di trasmettere un feeling diabolico in apertura e disperato nella seconda metà, d’altronde il titolo vuol dire qualcosa come “Il Lavoro Del Diavolo” e quando ci mette la mano lui possono essere solo “dolori” … Si giunge alla fine con “Ondskapens Nødvendighet” e per fortuna è una chiusura degna dei momenti più alti dell’album, il pezzo infatti è un black feroce e cadenzato, molto buono e classico in fase di riffing, con le sue atmosfere malate e gelide chiude il cerchio di un album che certamente non resterà nella storia, che ha dei momenti di stanca abbastanza marcati, ma che ha dimostrato come la band sappia essere convincente la dove è guidata da un’ispirazione decisamente notevole. I Das Saakaldte hanno dimostrato inoltre di saper osare in maniera più o meno riuscita e in un panorama povero di coraggio questo è un altro elemento a loro favore. Un discreto affresco di un autore ancora in divenire.

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