Lehmann è il progetto solista di (appunto)
Matteo "Lehmann" Grazzini, ai più noto come il bassista dei
Neurasthenia, o per aver accompagnato
Blaze Bayley al basso. Ma il nostro Mat, dopo aver scoperto di avere anche velleità compositive ed artistiche che andassero oltre le quattro corde, raduna intorno a sé una band che più internazionale non si può, e pubblica, prima per il mercato russo e adesso a distribuzione internazionale, il qui presente "
Lehmanized".
Dentro, ci troverete un heavy metal impuro, contaminato, piacevole e muscoloso, seppur la fluidità di questo album potrebbe lasciar spiazzato più di un ascoltatore. Manca, alle orecchie di chi vi scrive, una chiara linea stilistica che aiuti ad incanalare i (pur interessanti) brani di "Lehmanized". Qui le bordate metalliche sono spesso sostenute da stesure vocali non imprescindibili; dalla prima track "
Equilibrium" giù giù fino a "
Laid so Low" (cover dei Tears for Fears, che vede il buon Blaze a fare un'ospitata al microfono), il sound dei Lehmann si appoggia ora a suggestioni elettroniche, ora a sonorità industrial, che più di una volta mi hanno fatto pensare ai Rammstein, senza averne ahinoi la unicità stilistica né il carisma.
Un album, il primo per Mat, che di sicuro dev'essere interpretato come il primo passo di un musicista preparato, che sta costruendo la sua nuova identità artistica, e che è già in movimento per il prossimo capitolo, avendo già pubblicato un nuovo singolo, sempre per il mercato russo. Staremo a vedere.
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