Nuovo album per i finnici
Amberian Dawn con sicuramente una imminente pioggia di approvazioni o critiche in agguato. Giunti al sesto album gli impavidi female-fronted perseverano nella loro opera di creare musica appesa a quel symphonic power oramai dominato dai connazionali
Nightwish. Ed è proprio alla band di
Tuomas Holopainen che gli
Amberian Dawn vengono accostati e talora accusati di scopiazzare senza pietà. Tuttavia questo problema non riguarda solo la band oggetto di questa recensione, ma anche altri gruppi con al timone una voce femminile. Se è vero che ascoltando diverse composizioni degli
Amberian Dawn, anche alcune presenti in questo
Magic Forest, l'affiancamento ai compatrioti diventa inevitabile, talvolta si scorge qualche barlume di originalità, magari puntando più sull'orecchiabilità dei pezzi che sulla complicatezza degli stessi. Da qui l'aggettivo "impavidi" utilizzato in precedenza, poiché non è facile continuare sulla stessa strada sapendo di venir criticati ad ogni uscita, con il rischio aggiuntivo di cadere nel dimenticatoio dei cloni. Oltretutto gli
Amberian Dawn si sono pure costruiti un bel seguito di fans, dei quali una certa fetta appartiene sicuramente agli stracitati
Nightwish.
Magic Forest è anche l'album di inediti in cui debutta la vocalist
Päivi “Capri” Virkkunen, che sostituisce la storica
Heidi Parviainen, oltre al chitarrista
Kimmo Korhonen, che prende il posto di
Kasperi Heikkinen, mentre poco tempo fa hanno perso anche il bassista
Jukka Koskinen, impegnato con gli
Wintersun. Sono stati dunque anni movimentati per la band, nonostante ciò il sound, come detto in precedenza, non ha subito importanti variazioni. Le composizione sembrano relativamente meno d'impatto, dallo stile maggiormente dolce, mirando probabilmente ad un sound che faccia più presa sull'ascoltatore. Il songwriting è comunque accurato e la musica scorre senza annoiare, punti già a favore degli
Amberian Dawn. Tutto questo è intuibile dall'opener
Cherish My Memory, dove domina la tastiera dell'eclettico polistrumentista
Tuomas Seppälä ed il chorus orecchiabile. La trama continua pure nella successiva
Dance of Life, con un leggero inserto power dove chitarra e tastiera si lasciano andare negli usuali assoli.
Magic Forest, title-track ed estratto per il primo video dell'album, si orienta su uno stile folkeggiante con parentesi liriche ad opera della vocalist.
Agonizing Night trae spunto da altri compatrioti degli
Amberian Dawn, ovvero gli
Stratovarius, con un buon lavoro tastieristico e con il solito chorus tendente all'orecchiabilità assoluta.
Warning, che all'inizio parrebbe una canzone pop anni '80, poi strizza l'occhio al lato più commerciale del metal in genere. Purtroppo, come per i passati dischi, la produzione soffoca le chitarre dando troppo risalto alle orchestrazioni, rendendo il risultato un po' scialbo e piatto. Maggior movimento e vitalità sono presenti in
Son of Rainbow, mentre
I'm Still Here percorre ancora una volta pericolosamente la strada nighwishiana, così come
Memorial, che vede la partecipazione del cantante lirico
Markus Nieminen.
Endless Silence vede gli
Amberian Dawn gettarsi nel power più puro e
Green-Eyed è lasciata interamente all'intepretazione di
Päivi “Capri” Virkkunen che si esprime circondata da un'atmosfera sognante.
Giunti al termine di
Magic Forest non si può dire di aver ascoltato né un capolavoro né un disco da sottobicchiere da birra. Sicuramente la musica scorre senza far sobbalzare dalla sedia gridando al miracolo, piuttosto defluisce senza lasciare grandi tracce nella memoria. Se già odiate gli
Amberian Dawn lasciate perdere quest'album perché perderete solamente del tempo, se invece vi piacciono, o addirittura li amate, buon divertimento.
Video di Magic Forest