Pur non entusiasmando, l'esordio dei
Dust Bolt si era rivelato un onesto e fedele tributo al Thrash Metal degli anni '80 che, al di là dei natali del gruppo (sono, per l'appunto, tedeschi), guardava con particolar attenzione alla scena statunitense e ai suoi principali esponenti.
Niente che non sia ora confermato dal suo successore, "Awake the Riot ", dove oltre a sfoderare una cattiveria tipica dei migliori Kreator, sono comunque evidenti non pochi miglioramenti (ok... non a livello della copertina), soprattutto nell'impatto delle singole canzoni, con un plauso nella scelta della cover piazzata in conclusione del disco. Infatti, i Dust Bolt sono andati a rispolverare e scomodare addirittura gli EvilDead e "Future Shock", uno dei brani migliori di "Annihilation of Civilization", quello che fu il loro esordio, uscito nel 1989.
Un buon termine di paragone per le altre canzoni che compongono "Awake The Riot", che non sfigurano affatto, a partire dalla
slayeriana "Living Hell" o dalle ritmate "Beneath the Earth" e "Eternal Waste" dove è ben in evidenza il drumming solido di Nico, anche se il valore aggiunto di questo quartetto resta il cantante (anche chitarrista) Lenny, in ogni occasione assolutamente convincente. E, tra tanto martellare, chitarre affilate e slogan sbattuti in faccia all'ascoltatore, si distingue "The Monotonous – Distant Scream", con la sua partenza (e poi la chiusura) largamente acustica e malinconica, e dall'incedere fortemente rallentato sul quale non mancano però delle ruvide impennate sonore.
Chiaramente nessuna vera novità, ma un discreto lavoro per un gruppo che ha saputo migliorarsi e lascia presuppore di poterlo fare anche in futuro.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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