Mentre vergo queste lettere, si è da poco conclusa l'edizione 2014 di
Arezzo Wave, grande e prestigiosa vetrina nazionale per la MUSICA, quella maiuscola, quella che non puoi capire, quella che mi si respira nel sincopato sul didjeridoo e la semidiminuita, quella con la giacca e le Converse, quella radical, ma soprattutto quella
chic.
Ecco, dicevo, mi spiace, perchè il qui presente "
Pale Communion" dei qui presenti
Opeth è proprio questo:
Chic.
La masturbazione sonora di cui accusavo michelino Akerfeldt nel precedente
"Heritage", qua ha contagiato un pò tutti, al grido di "
semo bravi, semo belli, semo mejo dell'Anathema", e così, a mio avviso definitivamente, gli Opeth incarnano questo nuovo filone autoindulgente, onanistico del prog rock, lasciandosi per sempre alle spalle la vecchia pelle, e perfezionando la mistura sonora già prodotta dal capitolo precedente.
"
E allora", mi chiede un attento lettore, alzando compostamente la mano dal fondo della sala, "
e allora, Sbranf, perchè l'immagine iniziale? Perché "mai na gioia"??"
Vedi, caro amico dalla mano alzata, "mai na gioia" perchè "Pale Communion" è un disco... ecco... ehm oddio....
piacevole. Alé, l'ho detta. E' un disco piacevole se hai intenzione di ascoltare del prog rock venato di jazz, con momenti a cappella e larghe parti di hammond, con strutture ritmiche ed armoniche di certo inusuali ed assolutamente non da buttare, se i tuoi gusti, insomma, spaziano tra i testé citati Anathema e i Porcupine Tree (ci somigliano sempre più, alla faccia della mano leggera di Wilson in fase di produzione), tra i King Crimson e i Genesis più cervellotici. Tra. Tra qualcuno e qualcun altro, ma MAI, e mi spiace ma lo sottolineo,
MAI originali o riconoscibili nella loro evoluzione.
Cosa volete che vi dica, l'ho già scritto in precedenza, per me evoluzione uguale mi piace, per cui non faccio alcuna fatica a concepire la mutazione stilistica di una band che progredisce e va avanti nella propria ricerca sonora. Stavolta, al contrario di "Heritage", la musica degli Opeth è piacevolmente complicata, ma purtroppo il tutto è ammantato dal solito autoerotismo musicale, ed io di beccarmi una sbruffata in faccia, per musicale che sia, ne ho poca voglia. Lo lascio a voi, cari lettori di MH, con una citazione del sommo poeta: "
Nè carne né pesce: la mia angoscia non decresce".