Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:56 min.
Etichetta:Small Stone
Distribuzione:Brainstorm

Tracklist

  1. ELECTRIC MACHINE
  2. SILENT CIRCLE
  3. DRIVE FAST, TAKE CHANCES
  4. 39 LASHES
  5. CARVE THE 5
  6. BUSSE WOODS
  7. MOTORHEAD
  8. NOT FRAGILE

Line up

  • Lori S.: guitar, vocals
  • Brian Hill: bass
  • Joey Osbourne: drums

Voto medio utenti

La storia degli Acid King inizia nel 1993 quando Lori S., moglie di Dale Crover (Melvins, Altamont), decide di formare una propria band heavy-doom nell’area di San Francisco. Dopo aver trovato in modo avventuroso una coppia ritmica, tra varie vicissitudini il neonato power-trio approda alla Man’s Ruin, grazie alla sponsorizzazione di Crover. Per quest’etichetta vengono pubblicati un paio di split-cd e soprattutto il presente “Busse woods” nel ’99. Purtroppo a differenza di altre uscite della label di Kozik, l’album degli Acid King non viene granchè supportato e trova consensi soltanto in una ristretta minoranza di appassionati. Lori S. e compagni si rimettono al lavoro con una lunga serie di concerti che rilanciano l’interesse intorno al gruppo, poi si preparano a registrare un nuovo lavoro. La fortuna però non è dalla loro parte, infatti la Man’s Ruin dichiara fallimento e chiude i battenti. Da quel momento le tracce degli Acid King svaniscono, facendo pensare ad uno scioglimento.
Ed ecco la prima buona notizia: la band è viva e vegeta, ha appena firmato un contratto con la solita Small Stone e farà uscire un disco nuovo di zecca nei primi mesi del 2005.
La seconda lieta novella è che l’etichetta di Detroit ha provveduto a ristampare “Busse woods”, ormai introvabile, e gli amanti dello stoner/psych/doom non possono più farselo scappare, perché è un lavoro di grandissimo spessore.
I riffs stordenti e mortiferi di Lori non temono il confronto con quelli dei colleghi maschi, anzi fluiscono con ammirevole valenza lisergica anticipando le recenti soluzioni hypno-doom dei vari Yob, Negative Reaction, Weedeater, ecc. Lunghissime digressioni cupe, pesanti ed acide con il particolare aggiuntivo della voce gelida e sognante della cantante che assume toni di vera e propria liturgia, contribuendo a creare un’atmosfera da brividi combinata con le cadenze sfibranti ed ipnotiche della sezione ritmica.
Irrilevante il discorso di brani più o meno incisivi, questo è un lavoro da accogliere nella sua integrità sul modello delle opere degli Sleep, sicuramente primaria influenza degli Acid King. Per completezza segnaliamo comunque la presenza di due bonus tracks in coda alla ristampa.
Dunque un monolito oscuro e frastornante, esemplare modello di coesione tra grevità doom e tossicità stoner, un album che è doveroso recuperare in attesa del prossimo lavoro della band, che ci auguriamo si dimostri eccellente come questo.

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