Periodo di grande attività per
John Garcia, che a pochi mesi dal debutto dei Vista Chino (sorta di reunion dei Kyuss senza Josh Homme, che ha ricevuto molti elogi ma anche qualche critica) torna protagonista con un album che porta il suo nome.
Una voce, lo sappiamo, che rappresenta l’icona del desert rock americano, quindi è lecito attendersi un vivo interesse da parte di chi segue tale genere. Allora è bene chiarire che il lavoro non contiene brani recenti scritti per l’occasione, ma si tratta invece di pezzi facenti parte dell’archivio personale dell’artista e risalenti a periodi diversi della sua lunga carriera. Infatti troviamo coinvolti molti storici compagni di Garcia, da Dave Angstrom a Nick Oliveri, ma anche nomi come Danko Jones, Mark Diamond e perfino il “Doors” Robby Krieger, il quale offre un cameo chitarristico nella conclusiva “Her bullets energy”.
Questo non inficia l’omogeneità del disco, dato che lo stile del cantante non si è mai scostato dal caratteristico rock energico, accattivante, sincero e polveroso che tutti ben conosciamo. Dunque è cosa immediata notare tracce di Slo Burn, Unida, Hermano e Vista Chino, ancor più degli stessi Kyuss, nel tiro incalzante e grintoso di “My mind” o “Saddleback”, nell’assolata “5000 miles” ed ancora in una torpida e fangosa “Confusion”. Altro pezzo da segnalare, la cover di “Rolling stoned” dei canadesi Black Mastiff, dove l’interpretazione diventa più cupa ed il ritornello “If you leave me, I will kill you” assume connotati sinistramente attuali vista l’ondata di femminicidi familiari degli ultimi tempi.
In sostanza, una dozzina di buone canzoni che i fans ascolteranno con gioia, però c’è la sensazione che Garcia abbia inteso sfruttare l’onda positiva del momento.
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