Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:54 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. THE GRAVE
  2. HEARTEATER
  3. PANTS DOWN
  4. I WANNA FEEL YOU
  5. RAINBOWS AND BUTTERFLIES
  6. THE WAY OF THE WARRIOR
  7. THE RECKONING
  8. THE AGE OF REVOLUTION
  9. SACRIFICE TO VENUS
  10. GONE BABY GONE
  11. MAN OR MOUSE
  12. KEEP ON DREAMING
  13. BEHIND THE SUN

Line up

  • Christoph von Freydorf: vocals
  • James Richardson: bass
  • Fabian Fuess: drums
  • Stephan Karl: guitars
  • Andy Bock: guitars

Voto medio utenti

Non è la prima volta che mi capita ovviamente (mi ricordo la stessa sensazione con gli Zebrahead ad esempio), ma è sempre un piacere quando scopri che una delle band con le quali sei cresciuto, parlando di periodo "storico", è ancora viva e produttiva. Gli Emil Bulls appartengono senza dubbio a questa categoria.

Nati in Germania nel 1995, con "Porcelain" del 2001 hanno scritto una paginetta importante nella storia del movimento nu-metal/alternative dell'epoca, infilandosi appena dietro ai Linkin Park a livello qualitativo e stilistico, proponendo un metal altamente influenzato dall'elettronica, dalla presenza in pianta stabile di un DJ e da un cantato a metà tra lo scream e il rap.
Gli anni passano per tutti ovviamente e nel 2014 era pressoché impossibile riproporre un genere che ormai ha ampiamente esaurito la sua vena artistica. Che fare quindi, se non cavalcare l'onda del nuovo che avanza? "Sacrifice to Venus" si dimostra proprio questo, un album che cavalca l'onda del nuovo corso dell'alternative metal, quello coi chitarroni ribassati (djent) e col prepotente ritorno dell'hardcore soprattutto nelle parti vocali.
Ammetto che di primo acchito il nuovo album degli Emil Bulls mi aveva lasciato parecchio deluso. Sarà che mi aspettavo (illuso!) di ritrovarmi per le mani gli stessi sgarzoncelli tedeschi di 13 anni fa, ma brani quali il singolo "Heartheater" o "Pants Down" o ancora "The Age of Revolution" non riuscivano proprio ad andarmi giù, colpa di un eccesso di modernità che forse non ero pronto ad accettare.
Per fortuna sono arrivate le vacanze e gli ascolti ripetuti, perchè il nuovo disco degli Emil Bulls si rivela in tutto il suo valore, non eccelso chiariamoci, ma quantomeno più che sufficiente sotto molteplici aspetti: i brani non sono mai noiosi, pur presentando qualche naturale calo (13 canzoni sono TROPPE, non mi stancherò mai di dirlo), musicalmente è tosto e pesante al punto giusto e le vocals di von Freydorf sono cambiate parecchio rispetto al passato ma si adattano alla perfezione al nuovo genere proposto. Non sono mai stato un amante dello scream esagerato, ma devo ammettere che il buon Christoph riesce a mitigare questa mia avversione alternando parti in clean e in simil-growl decisamente positive.
C'è anche spazio per la ballad "Gone Baby Gone", che vogliamo di più dalla vita?

"Sacrifice to Venus" non è sicuramente un album per tutti, non è sicuramente l'album che rivoluzionerà il metal moderno, non è sicuramente un capolavoro. Gli Emil Bulls si però, con questo nuovo disco, si dimostrano una band matura e apprezzabile e che riesce a rimanere affascinante nonostante il passare degli anni. Buttateli via..

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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