Arriva in piena estate questo nuovo capitolo discografico della sgangherata band di pirati scozzesi alimentata ad alcol. Siamo oramai arrivati al quarto full-lenght degli
Alestorm e la carica di energia non accenna a diminuire, non mostrando segni di cedimento per ciò che riguarda il songwriting e la presa dei pezzi. La qualità della produzione è sempre aumentata lungo tutto il percorso dei pirate-metallers provenienti dalle lande della Scozia ed anche questa volta dimostrano di saperci fare. La combinazione degli ingredienti è invariata, heavy-power intriso di melodie piratesche, cori da pub e allegria alcolica che scorre a fiumi per tutto il tempo del disco. Come ispirazioni si possono sempre citare gruppi storici come
Running Wild o
Grave Digger, prendendo spunti qua e la dal metal classico e mescolandoli con elementi più personali, creando talvolta atmosfere uniche che possono trasportare ai tempi di Henry Morgan, o sulle pagine di Stevenson, oppure, se preferite, nelle pellicole con protagonista Jack Sparrow. E allora pirati, bucanieri, corsari, filisbustieri, tipologie ignote, salite a bordo del vascello degli
Alestorm, le vele si spiegano e si parte per questa nuova avventura in
Sunset On The Golden Age.
Il disco contiene dieci tracce per una cinquantina di minuti di durata. Il primo scoglio da passare durante la navigazione è costituito da Walk the Prank, pezzo energico che esalta tutte le caratteristiche proprie della musica dei pirati scozzesi. Energia a mille, la voce inelegante ma perfetta di
Christopher Bowes a condurre l'arrembaggio, cori coinvolgenti, melodie folk-pirate accattivanti, chorus orecchiabile e pronto per la sede live, sono queste le peculiarità della musica degli
Alestorm. Si passa poi a
Drink, brano dal quale è stato tratto il primo video di
Sunset On The Golden Age, inno scatenato alla birra, primo highlight dell'album, che sicuramente mieterà diverse vittime durante il prossimo tour promozionale. Un pezzo assolutamente dalla presa immediata, che può anche portarvi in un circuto di repeat track infinito. La seguente è
Magnetic North, in cui melodie folk si fondono con riff corposi, cori trascinanti e ritmo da danze piratesche. La quarta traccia è
1741 (The Battle of Cartagena) che rievoca lo scontro di Cartagena de Indias (attuale Colombia) fra la marina inglese, guidata dal vice-ammiraglio Edward Vernon, e la potenza navale spagnola, sotto il comando dell'ammiraglio Blas de Lezo. Un'epica battaglia che portò alla sconfitta del Regno Unito, segnando un punto di svolta nella storia imperiale del Sud America, dove gli spagnoli mantennero il controllo sino al XIX sec. Gli
Alestorm, nel raccontare questa vicenda, adoperano un tono eroico, pur non diventando mai realmente seri, mantenendo la solita vena grottesca. La successiva
Mead from Hell, traccia saltellante e folkeggiante, che si mantiene il linea con il resto del disco, porta al giro di boa di
Sunset On The Golden Age, avendone oramai oltrepassato la metà.
Surf Squid Warfare è un altro brano segnato da melodie folk miste ad un metal incisivo e scanzonato, così come
Quest for Ships che mantiene inalterata la carica alcolica e lo stile degli
Alestorm. La breve
Wooden Leg! (eh certo, mica poteva mancare gamba di legno!), introdotta da un giro di basso, è una speed track dove gli scozzesi velocizzano il loro sound, ma continuano alla stessa maniera ad invocare lo spirito inebriante delle antiche scorribande piratesche. Ecco poi la cover di
Hangover del cantante britannico disco-pop (?!)
Taio Cruz, nulla di originale ma godibile nella versione metallica. Il pezzo che chiude
Sunset On The Golden Age è proprio la lunga title-track che racchiude il sunto della musica alestormiana con un tratto lievemente più evocativo.
Al termine di questa ultima fatica degli
Alestorm si può dire di aver ascoltato un bel disco, in linea con le precedenti uscite con gli stessi pregi e gli stessi difetti. Chi ha da sempre amato i pirati scozzesi non verrà certamente deluso, chi non li ha mai ascoltati può tranquillamente iniziare da qui, chi non li ha mai sopportati lasci stare pure quest'album. E allora compagni metallari, corpo di mille balene! Per la barba di Achab! Per tutti i bucanieri! Per mille spingarde! Per la benda di barbanera! Buon viaggio con gli
Alestorm. Yo ho ho!
Video di Drink
Hangover