Copertina 5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:59 min.
Etichetta:Regain
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. TIME REQUIEM
  2. WATCHING THE TOWER OF SKIES
  3. MILAGROS CHARM
  4. THE APHORISM
  5. BRUTAL MENTOR
  6. VISIONS OF NEW DAWN
  7. GRAND OPUS
  8. INTERPLAY OF MATTER
  9. ABOVE AND BEYOND

Line up

  • Richard Andersson: keyboards
  • Apollo Papathanasio: vocals
  • Magnus Nord: guitars
  • Dick Lövgren: bass
  • Peter Wildoer: drums

Voto medio utenti

Trattasi di un nuovo progetto ideato e capitanato dal tastierista Richard Anderson.
La sua precedente militanza nei Majestic, band autrice di due albums "poco fortunati", aveva messo in risalto la sua totale devozione compositiva a Malmsteen ed ai solismi di Jens Johansson.
Conclusasi quell'ininfluente parentesi, con i Time Requiem il musicista intende alimentare quelle stesse coordinate con palesi elementi riconducibili ai Symphony X, tanto da produrne un album-clone a tutti gli effetti: cori, arrangiamenti, suono generale, progressioni neoclassiche, melodie, tecnica.....persino il cantante Apollo Papathanasio tende a scimmiottare Russel Allen.
Quattro quinti della formazione costituivano i Majestic: oltre Richard ed il suddetto cantante, anche Magnus Nord (chitarra) ed Peter Wildoer (batteria) ne facevano parte. A completarla, figura il bassista Dick Lövgren, ex In Flames ed Arch Enemy.
Pur sisultando migliore mediamente rispetto a quanto fatto con la precedente band, è palese che l'omonimo debutto di questa formazione impallidisca inesorabilmente al cospetto dei Symphony X e ne risulti a tutti gli effetti come un tentativo di emulazione.
A favore delle composizioni vi è un elevato tasso tecnico dei musicisti coinvolti ed una buona cura del suono ad opera di Jonas Reingold (bassista di Flower Kings, Karmakanic...). Elementi che, comunque, potrebbero non riuscire a garantire l'interesse anche da parte dagli appassionati e dei più accaniti fan del genere.
E' risaputo, anche il copiare è un'arte, richiede piene capacità affinchè venga fatto correttamente e soprattutto in modo "credibile".
Queste capacità, almeno a livello compositivo, per il momento non sono ravvisabili nei Time Requiem.
Recensione a cura di Fulvio Bordi

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