Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:47 min.
Etichetta:Atomic Stuff Records
Distribuzione:Andromeda Dischi

Tracklist

  1. SHADOWS
  2. MESMERIZE
  3. ROCK'N'ROLL GUY
  4. (S)HE'S SO AMAZING
  5. ROBERT JOHNSON
  6. TIMES OF TROUBLE
  7. BRAND NEW SHOES
  8. WITHOUT LOVE
  9. FLAMENCO DANCER
  10. NAKED (INSTRUMENTAL)
  11. KING OF STONES

Line up

  • Mirko Greco: vocals
  • Eugenio Bonifazi: guitar
  • Marco Molteni: bass
  • Raffaele Marchesini: drums

Voto medio utenti

E’ obiettivamente sempre più difficile reperire una qualche forma di concreta “originalità” nell’ambito della scena rock contemporanea, tra evidenti e dichiarati richiami (se non addirittura operazioni di autentica “clonazione”) alla storia del genere e fantomatiche “nuove frontiere”, magari gratificate da un sempre meno credibile prefisso “post”.
Poco male, in realtà, dacché quello che “conta” davvero, in fondo, è la capacità di “distinguersi”, anche solo manipolando con intelligenza e talento strutture e modalità espressive già collaudate e codificate da qualcun altro.
Ecco perché mi sento di definire i The Black Rain un brillante gruppo di “hard-rock moderno” … non tanto per la sua proposta, genericamente accostabile a nomi quali Pearl Jam, Alter Bridge, Shinedown, Audioslave e Avenged Sevenfold, e quindi non particolarmente “eversiva”, ma perché i ragazzi di Bologna dimostrano di saper sempre gestire le loro influenze con personalità e carattere, arrivando, con il secondo full-length, ad esibire qualcosa di abbastanza prossimo a quel concetto di “carisma” che si riconosce ai migliori interpreti del settore.
Dopo il sorprendente “Night tales”, il nuovo “Water shape” (bello il titolo Camilleri-ano …) sembra voler ampliare ulteriormente i confini stilistici della band, giungendo ad un risultato se vogliamo per certi versi ancora leggermente frammentario e tuttavia indice di una brama di “diversificazione” sicuramente encomiabile.
In quest’ottica devono essere accolte l’opener “Shadows”, straniante commistione tra hard-rock e dark-wave (con suggestioni di The Cult, Sister Of Mercy, Vain e Simple Minds nell’impasto sonoro), "Without love”, ballata notturna ricca di spleen, una "Flamenco dancer” che onora il suo titolo con calore latino ed elettricità anglosassone (con tanto di fugace rimando a “Innuendo” dei Queen …) e una "King of stones” che combina l’intensità dei Pearl Jam con il senso melodrammatico dei migliori U2, ottenendo effetti emotivi di notevole efficacia.
Le progressioni Zeppelin-esche, opportunamente “aggiornate”, di “Mesmerize” accontenteranno gli estimatori del cosiddetto “new-old” e “Rock'n'roll guy” soddisferà chi ama le atmosfere bucoliche care a Eddie Vedder, mentre “(S)He's so amazing” solleciterà i sensi di tutti i musicofili con inclinazioni “sudiste” e “Times of trouble” quelli di chi invece predilige i groove densi e palpitanti di Tremonti & C., il tutto trattato con dosi significative di temperamento.
Le più canoniche “Robert Johnson” e "Brand new shoes” si lasciano comunque ascoltare con piacere e lo stesso si può affermare, sebbene in territori artistici assai differenti, per il fugace minimalismo strumentale di “Naked”.
Sottolineando l’importanza della timbrica ammaliante di Mirko Greco nell’economia complessiva dell’opera e rilevando la presenza di alcuni membri dei concittadini Rain a rappresentare il classico “valore aggiunto” della situazione, non mi resta che reiterare stima e considerazione (nonché votazione finale …) per i The Black Rain … un esempio di “work in progress” già alquanto valido e coinvolgente.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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