Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:54 min.
Etichetta:Sumerian Records

Tracklist

  1. KA$CADE
  2. LIPPINCOTT
  3. AIR CHRYSALIS
  4. ANOTHER YEAR
  5. PHYSICAL EDUCATION
  6. TOOTH AND CLAW
  7. CRESCENT
  8. THE FUTURE THAT AWAITED ME
  9. PARA MEXER
  10. THE WOVEN WEB
  11. MIND-SPUN
  12. NEPHELE

Line up

  • Tosin Abasi: guitars
  • Javier Reyes: guitars
  • Matt Gartska: drums

Voto medio utenti

Domanda: può una squadra di calcio nella quale milita uno dei 3 più forti giocatori del mondo vincere TUTTO solo grazie a quel giocatore? Può, se il resto della squadra è all'altezza, non può se il resto della squadra è formata da semplici comprimari. Oppure può, se si chiama Diego Armando Maradona ed è il più forte giocatore della storia del calcio mondiale, ma questo è un altro discorso.

Cosa c'entra tutto questo col nuovo album degli Animals as Leaders? Beh provate a seguirmi, mi aiuto con una lezioncina di storia.
Tosin Abasi è a tutti gli effetti uno dei migliori chitarristi del mondo. Non il migliore, tanto meno il migliore di sempre, ma senza dubbio è uno dei 5 più talentuosi e tecnici del panorama chitarristico mondiale. Nel 2007 gli viene chiesto di fare un disco solista per mettere in chiaro questa sua abilità; inizialmente Tosin è riluttante, poi si lascia convincere dall'amico Misha Mansoor dei Periphery (altro enorme musicista) e il progetto Animals as Leaders prende finalmente forma tramite l'album omonimo uscito nel 2009.
Album clamoroso, innovativo, rischioso. Abasi viene ricoperto di fama e successo e il suo nome è sulla bocca di tutti gli esperti, o presunti tali, del settore.
Nel 2011 il secondo disco, "Weightless" e anche li siamo sui livelli dell'eccellenza. Ad accompagnarlo nella sua avventura qui troviamo Javier Reyes e Navene Koperweis, due buonissimi musicisti ma che, volente o nolente, finiscono con lo sfigurare dietro alle prestazioni funamboliche del musicista di origini nigeriane.
Arriviamo quindi al 2014 con questo terzo album sotto il moniker Animals as Leaders, "The Joy of Motion". Koperweis lascia il posto dietro le pelli a Matt Garstka, ma il risultato non cambia: il disco è tecnicamente ineccepibile, i virtuosismi di Abasi e (in misura minore) Reyes sono stilisticamente perfetti e godibilissimi e ognuno dei 12 brani che lo compongono avrebbero ragione d'esistere a livello di singolo, se mai ce ne fosse la necessità.
Si però..una volta finito il primo ascolto, cosa rimane? Ve lo dico io: nulla. O meglio, rimane un esercizio di stile pazzesco, roba che per 54 minuti e 23 secondi spicci potete tranquillamente rimanere con la mascella spalancata e nessuno avrebbe niente da ridire. Il problema è dopo, perchè di riascoltare subito quei 54 minuti e 23 secondi non ve ne verrà voglia, a meno che non siate dei guitar heroes o dei maniaci dello strumento.

Il punto è questo: Tosin Abasi è un fenomeno, Reyes e Garstka onestissimi comprimari e "The Joy of Motion" è una bellissima partita, nella quale Abasi fa giocate da maestro, numeri d'alta scuola e fa spellare le mani dagli applausi. Però perde, perchè a partita finita gli altri ne hanno fatti un paio in più e nessuno vorrà mai rivedere quei 90 minuti. Giusto qualche estratto delle giocate di Abasi su Youtube.

(Per i puristi delle votazioni, il 7 finale è la media aritmetica tra il 9 della qualità del disco e il 5 della sua longevità.)

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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