Ho appena riletto la mia recensione del debut EP dei romani
Embrace of Disharmony, dal titolo "
Whispers From the Edge of Nowhere". Madonna che cattiveria! Che astio! Che brutta persona che ero. Ora sono pure peggio, ma sembra che le mie paterne esortazioni siano servite, visto che il qui presente "
Humananke", primo dischetto sulla lunga distanza per il combo nostrano, ha decisamente raddrizzato la mira, riuscendo a colmare, per buona parte, quelle lacune che così zelantemente andavo sottolineando ormai 3 anni fa.
Gli
Embrace of Disharmony hanno l'invidiabile peculiarità di mescolare, con apparente disinvoltura, una marea di cose: una base prog metal strettamente riconducibile ai Dream Theater che furono; una serie di registri di cantato, dal femminile (spesso etereo e su registri da contralto), a quello maschile e baritonale, quasi declamante, al growl allo scream, usati più per colorare che per sorreggere la frase lirica; aperture interessantissime sulla tecnica del singolo strumentista, laddove qua e là tutti si ritagliano il loro piccolo spazio per esibire le proprie (innegabili) doti; una struttura compositiva multi-layered, a cavallo tra metal, musica classica, opera, folk.
Questa pletora di ingredienti si combina in nove brani, dai semplici intermezzi alle lunghe suite di sette, otto, dieci minuti, rendendo ogni singolo capitolo più un'avventura a puntate che uno "
one-shot" da consumare in fretta. Ecco, di certo la musica degli EoD richiede il tempo per essere assimilata, digerita, gustata nelle sue sfumature molteplici.
Accompagnato da una buona produzione, il disco sarà una continua sarabanda di sensazioni, mood, accelerate metallose ed urlanti a braccetto a contrappunti pianistici, momenti in punta di piedi e mazzate a duecento all'ora, schegge sinfoniche e momenti più canonici, laddove l'unica pecca ancora rimasta, secondo me, è per l'appunto la sensazione di un prodotto poco omogeneo, troppo, troppo pieno di cose da dire per risultare fruibile anche a chi non conosce ancora la musica della band.
Deciso passo avanti, comunque, e a questo aggiungete le guest appearances di Mike LePond (Symphony X), Rafael Bittencourt (Angra), Kobi Farhi (Orphaned Land) e Gabriele Caselli (Eldritch). Il pranzo è servito.
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