Doppio dischetto per i tedeschi UltraViolence (da non confondere con i thrashers Ultraviolence, mi raccomando! - nds), in cui il primo supporto ottico fotografa una sorta di best mentre il secondo raggruppa varie manipolazioni sonore per altre bands più alcuni remix degli UV stessi, orientato, e non poteva essere altrimenti visto la discografia estrema del combo teutonico, verso un sound Digital Hardcore dalle pesanti sfumature Gabber in puro unza-unza-tunz-tunz style. La regola base dei beat prodotti da Johnny Violent e dai suoi vari compagni di ventura del decennio 94-04 è l'applicazione del nichilismo ad una sana "take no prisoner attitude", ovvero colpire duro, colpire diretto, colpire sempre e comunque... l'importante non è dove, è farlo. Punto e basta. Tra i due dischetti che compongono questa release, il secondo, ovvero quello delle manipolazioni e di qualche song remixata, è senza ombra di dubbio quello dal sapore più underground, più duro e più cybernetico, senza un briciolo di melodia, se non in qualche isolato caso... solo Hardcore applicato ad una forma arrugginita di Industrial. In pratica una gara di BPM allo stato puro, in cui la Techno più becera rilascia le sue battute in maniera quasi disarmante. Bello? Brutto? Dipende dalle situazioni psicologiche ed emotive dell'ascoltatore. Per gli amanti di Alec Empire, Atari Teenage Riot, Cubanate e compagnia bella, un ascolto interessante, ma per i metallers fedeli alla linea, un lavoro neanche da sfiorare lontanamente con il pensiero.
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