Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:34 min.
Etichetta:logic(il)logic Records
Distribuzione:Andromeda Dischi

Tracklist

  1. WE’LL BE FREE
  2. I’LL FIGHT FOR ME
  3. I PAY FOR YOU
  4. WOMAN BLUES (A LITTLE TRIBUTE TO BUDDY GUY)
  5. BABY SONG
  6. MARY, THE DREAM
  7. LOVE ME BABY!
  8. IMPRESSIONS
  9. BEER! SEX! ... AND FUCKIN’ ROLL!
  10. BEGINS THE BLUES

Line up

  • Roy Zappia: vocals, guitar
  • Emanuele Cutrona: bass
  • Alessio Runfola: drums

Voto medio utenti

Premessa: “Impressions” è un disco di hard-blues denso, oscuro e viscerale, madido di sudore e d’inquietudine, pregno d’influenze “primitive” che arrivano fino ai suoni southern e a una versione particolarmente triviale del R n’ R.
In tali circostanze è inutile cercare raffinatezze o “rivoluzioni” … attitudine e feeling autentico rappresentano le uniche necessità imprescindibili all’interno di una tipologia musicale abbastanza scarna e tuttavia talmente ricca di storia, gloria e interpreti da non poter essere approcciata in maniera efficace senza le suddette indispensabili dotazioni.
Ebbene, gli Inside The Hole, rockers siciliani trapiantati a Milano, affidano ai trentaquattro minuti del loro secondo full-length (in pratica una versione “riveduta & corretta” del debutto autoprodotto) una considerevole concentrazione di questa bella “robetta”, riuscendo a dominare la sensazione del dejà-entendu attraverso la passione e la convinzione, felicemente impastate con capacità tecnico-compositive all’altezza della situazione.
Così, qualora siate attratti da una miscela di suggestioni che chiama in causa Danzig (quello degli esordi …), Cactus, Raging Slab, ZZ Top e Motorhead, non rimane che consegnarsi senza indugi a “We’ll be free”, “I’ll fight for me” (la mia preferita …), “I pay for you”, "Love me baby!” e “Impressions” (un’altra “bella botta” …), materiale che “brucia” e vibra alimentato dal “vocione” e dalla chitarra fremente di Roy Zappia e dalle pulsazioni incessanti di una sezione ritmica adeguatamente “fisica” e compatta.
Le digressioni funk di "Mary, the dream”, l’esplicito omaggio alla tradizione “rurale” statunitense dispensato da "Woman blues (A little tribute to Buddy Guy)”, “Baby song” e “Begins the blues” e le scorie punk di "Beer! Sex! ... And fuckin’ roll!” completano il quadro espressivo di un buon lavoro, che non aggiungerà nulla di “straordinario” al genere di appartenenza, ma riesce a onorarlo in maniera piuttosto coinvolgente e convincente.
Bravi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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