Per chi vi scrive, gli
Hammerfall erano e SONO tuttora il gruppo che ha segnato la rinascita di un certo metal classico che a metà anni '90 era così bistrattato e fuori moda che quando la
Nuclear Blast decise di scommettere su questi cinque sconosciuti svedesi, con alle spalle solo risibili partecipazioni in formazioni death metal o giù di lì, furono in molti a ridere dietro la decisione della label di Donzdorf.
Poi la storia la conosciamo tutti: due album immortali, loro che diventano alfieri del power metal più ovvio, retrò e coinvolgente che si potesse ascoltare nell'ultimo decennio, tanto che ispirano reunion di band ormai defunte o dimenticate (tipo "
Back to Back" e "
Ravenlord", tanto per citare un paio di brani "colpevoli") e movimenti vari, con un'ondata di revisionismo metallico che spazzerà via nel giro di due o tre anni tutte le fetenti mode alternative che impazzavano nel 1995 o giù di lì.
Solo per quest'ultimo motivo,
Oscar Stampella Dronjak e compagni avranno la mia sempiterna stima ma questo non può nascondere il fatto che gli
Hammerfall non riescono ad incidere un disco BELLO da tanti, troppissimi anni: come detto, tolti i primi due capolavori, un "
Renegade" devastato da una produzione pessima andata a rimediare con un lunghissimo viaggio negli Stati Uniti ed un buonissimo "
Crimson Thunder", si arriva al primo toppone clamoroso, quello del 2005 con "
Chapter V".
Da quel momento in poi la formazione di Goteborg non ha più saputo sollevarsi e tornare ai fasti di un tempo, alternando delle cose vagamente decenti come "
No Sacrifice No Victory", comunque a mio parere ancora insufficiente, ad altre davvero orride come "
Thresholds" o "
Infected", senza dubbio l'apice negativo della loro carriera, dal quale non si poteva far altro che ripartire, pena il sicuro scioglimento.
Il nuovo "
(r)Evolution" l'ho ascoltato a lungo, pieno di speranza, un po' per la copertina, un po' per la produzione benedetta dei
Fredman Studios (sì, quelli dei primi due...), un po' per i titoli dei brani, un po' perchè la direzione del disco era annunciata come un ritorno al power (promessa mantenuta, almeno questo) e un po' perchè come detto fare peggio di "Infected" era praticamente impossibile.
"
Hector's Hymn" ha illuso come non mai, un brano che gli Hammerfall non componevano da 15 anni almeno, ma purtroppo tutto il seguito non gli va dietro. Bene l'anthemica ed un po' americaneggiante "
Live Life Loud", la conclusiva e terremotante "
Wildfire", davvero brutti i mid tempos della titletrack, "
Evil Incarnate" e di "
Rex Inferis", ed un po' anonime quelle a metà disco, tipo "
We Won't Back Down" o "
Tainted Metal", così come la ballatona "
Winter is Coming", assai drammatica ma lontanissima da una "
Always Will Be", senza scomodare i capolavori precedenti.
La sufficienza viene globalmente raggiunta ma onestamente ci avevamo sperato in un BEL disco, invece "(r)Evolution" è solo un disco decente, con qualche buono spunto e tanto anonimato.
Quasi un colpo di coda più che il disco della rinascita: il timore che le idee siano terminate da anni e si stia solo raschiando il barile si fa sempre più certezza. Ormai rimane solo da sperare nel fantametal, con
Jesper Strömblad che rinsavisce, rientra nella band al posto di Norgren e si rimette a scrivere i brani di fine anni '90.
Sì, come no.
Eppure sta cavolo di "
Hector's Hymn"... :(