Da un fumoso scantinato di Copenhagen spuntano fuori questi
Sea, ennesima band di neo-vintage rock. Thin Lizzy, Blue Oyster Cult, Rival Sons, The Sword, Grand Magus, sono i nomi ai quali possiamo associarli più concretamente. Heavy riffs, lampi solistici tra i due chitarristi, buona ritmica e la voce potente di Anders Brink, sono le carte migliori in possesso dei danesi.
L’atmosfera è ovviamente quella dell’hard rock venato di blues ispirato ai seventies, ma i Sea dimostrano chiare capacità di songwriting ed esecuzione così il lavoro risulta abbastanza personale. Troviamo brani più compatti e immediati come “Sorry to be sane” e “Another song to sing”, quest’ultima dal vago sapore southern, ed altri maggiormente estesi e articolati, vedi “Eyes of sedona” o l’agrodolce “House of air”, dove il gruppo adotta trame flessibili, cambi di ritmo ed ottimo gusto melodico.
Una formazione interessante, sul tipo Graveyard o Horisont, che consiglio agli appassionati del genere.
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