Sono certamente uno dei più grandi e noti “rimpianti” dell’
heavy italico
ottantiano, contraddistinto da una vicenda fatta di svariati nomi “eccellenti” (da Maurizio Arcieri dei Krisma che li “scoprì”, alle esibizioni con Finardi, Area, Ramones, Vasco Rossi, Iron Maiden e Ian Gillan …) e di contatti (con la EMI) e contratti (con la King Steve Records e la S.P.Q.R.), per una ragione o per un’altra, mai risoltisi in maniera positiva.
I
Raff di Roma (sebbene nati a Milano come Trancefusion nel lontano 1976 …), nonostante i presupposti “incoraggianti” (quanti sono i gruppi che possono vantare una loro spilla fare bella mostra di sé sul giubbotto di Bruce Dickinson, come si evince da una foto d’epoca?), per talento, capacità e attitudine avrebbero meritato senza dubbio una maggiore “fortuna”, ma eviteremo (con un po’ di “fatica”, invero …) di crogiolarci in valutazioni “nostalgiche” o di porre l’accento ancora una volta su quanti “forgotten heroes” abbia partorito la nostra
Italietta in anni in cui non era “pronta” (per cultura, mezzi, professionalità e mentalità) ad affrontare adeguatamente l’impatto e la forza espressiva del “metallo pesante”.
Del resto la “riscoperta” di tanti “
vinti che non hanno mai perso” (come argutamente li definisce Andrea Ciccomartino nel suo libro “Anni di Metallo”, approfondita analisi sulla scena capitolina), oltre a rappresentare un sacrosanto “atto di giustizia”, offre l’occasione al pubblico più “giovane” di rendersi conto in “prima persona” (e senza doversi sorbire i “pipponi” malinconici del
rocker “navigato” di turno) del valore artistico spesso assai rilevante di queste “oscure” formazioni.
E allora provate ad ascoltare questo “Raff”, in pratica la versione ri-registrata di quel "Gates of fortune" che avrebbe dovuto vedere la luce una trentina d’anni fa e che invece solo oggi per merito della ormai assodata competenza della Jolly Roger Records (e della Cruz Del Sur Music, che licenzia l’edizione in vinile dell’opera) riesce ad inserirsi con prepotenza in un panorama discografico sempre più congestionato e superficiale.
Scoprirete composizioni di notevole intensità comunicativa, consacrate a quell’inossidabile
HM “classico” così apprezzato dal “mercato” contemporaneo ed interpretate da una
line-up (con i fondatori Bianco
Bros. affiancati dall'ex-Tanatos Tony Arcuri) capace di ostentare contemporaneamente esperienza, grinta ed entusiasmo, per un prodotto che si colloca con intraprendenza e “naturalezza” disarmante in un momento storico-musicale in cui l’affannosa ricerca dei segreti della “tradizione metallica” sembra il principale obiettivo di moltissime
bands “emergenti”.
“Rafforce commandos”, “Running like hell”, “I trust” (che qualcuno ricorderà nella celebre
compilation “Metallo Italia”, con Dave Sumner già chitarrista per Primitives e Camel, nonché un "certo" Umberto Tozzi ai cori!), il tocco epico di “Live it loud”, "Watch it”, “Dreamer“ e "Gates of fortune” sono solo alcuni esempi di un
hard n’ heavy edificato su un approccio urgente e viscerale e su strutture melodiche di notevole efficacia, caratterizzato da quell’ispirazione immarcescibile che lo rende indifferente al trascorrere del tempo.
Insomma, “Raff” è un disco che deve far parte della vostra collezione anche se siete (sconsiderati!) poco interessati alla “storia” del genere, mentre tutti gli altri (in particolare quelli della mia generazione …), ne sono sicuro, considereranno quest’uscita un “evento” imprescindibile, una sorta di “premio” concesso a una dedizione che ha origini lontane e conserva tuttora il fascino irresistibile di una passione travolgente e straordinaria.
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