Si conclude con la recensione di
"Sins Of Mankind" la nostra piccola rassegna di ristampe dei
Cancer ad opera della
Cyclone Empire, degna iniziativa per celebrare il ritorno di una delle band più importanti del death metal inglese e non solo. Generalmente quando si parla della band di John Walker si tende a porre l'accento sui primi due lavori (a ragione, considerato il loro valore), ma i Cancer nel 1993 fanno uscire quello che probabilmente è l'ultimo album degno di nota da parte del gruppo: orfani del virtuoso James Murphy, qui rimpiazzato da Barry Savage, i ragazzi incidono "The Sins Of Mankind", un disco che rispetto ai suoi predecessori segna una svolta a livello di sonorità pur rimanendo fedele al death metal primigenio. Qui infatti i riff e le strutture si fanno più complesse, articolate rispetto al passato, più 'moderne', come "Cloak Of Darkness", "Electro-Convulsive Therapy" o "Patchwork Destiny" o "Tribal Bloodshed" (parte 1 e 2) ed il songwriting, pur con qualche calo e pezzo non esattamente brillante, riesce a mantenersi su livelli accettabili. Il divario con "Death Shall Rise" o "To The Gory End" è enorme, ma non tutto è da buttare in "The Sins Of Mankind", sostenuto come sempre dal vocione di Walker. La qui presente ristampa è arricchita da due bonus tracks, versioni demo risalenti al 1992 di "Cloak Of Darkness" e "Electro-Convulsive Therapy" più grezze rispetto alle versioni da studio e che potranno forse solleticare la curiosità dei più morbosi fan dei Cancer.
Per concludere, ha fatto cosa gradita la Cyclone Empire a ristampare i primi lavori dei Cancer, di modo che la loro musica possa finalmente essere disponibile ai fan senza troppi patemi e a prezzi accettabili.
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