Siamo giunti al ritorno sulle scene dei Philm, band composta dal celebre Dave Lombardo, Gerry Paul Nestler e Francisco 'Pancho' Eduardo Tomaselli. La musica del gruppo statunitense si può definire tutto tranne che semplice e scontata. Esperimento inglobante i generi più disparati, dal funk al jazz fino noise-core, derivanti per lo più dal background artistico dei membri, arriva a creare un crossover originale e personale, da collocare temporalmente nella sfera d'influenza del rock fra gli anni '60 e '70. Due anni dopo il già empirico 'Harmonic', i Philm tornano con un album ancor più avanguardistico, trascinante, solido e musicalmente sconvolgente. Da sottolineare che, come fu per il precedente, anche questo 'Fire From The Evening Sun' potrebbe risultare ostico all'ascolto, molto difficile all'assimilazione. La musica è talmente eccentrica ed elaborata che alle orecchie dei più potrebbe sembrare sin troppo ostentata, persino disarmonica, ma per gli amanti delle contaminazioni questo sarà sicuramente un disco prezioso, dal quale da ogni angolo possono esplodere inediti contagi sonori della più disparata provenienza. Così è nell'opener 'Train', con linee di basso deflagranti, nella neo-psichedelica e quasi thrash title-track, nell'oscura ed alternative 'Lady Of The Lake', negli influssi stoner di 'Lion's Pit', nella decadente e misterosa 'Silver Queen', nella messianica 'Omniscience', nel funky iniziale di 'Fanboy' e jazz di 'Luxhaven', oppure nel drum-'n'-bass di 'Turn In The Sky' ed infine nel sorprendente pianobar di 'Corner Girl', che da solo vale l'intero disco. Si trovano dunque una miriade di influenze anche in questo nuovo 'Fire From The Evening Sun', che dimostra l'infinito potenziale ancora non sfruttato della contaminazione musicale. A tutti gli amanti delle sperimentazioni, buon divertimento!