Lo sapevo. E ci ricasco, mannaggia a me.
Dopo il clamoroso, clamoroso, (l'ho già detto?) CLAMOROSO primo capitolo targato
Flying Colors, torna la band potenzialmente più bella del pianeta Terra con il qui presente "
Second Nature". Come avrete forse intuito dalle mie parole, nutro un velato apprezzamento per quanto fatto da Morse, Morse, Portony, LaRue e MacPherson sul primo capitolo, che altro non era che la perfetta sintesi di pop, rock, prog e
ANIMA.
Ma, e cominciamo con i ma, il secondo capitolo della "creatura" risente inesorabilmente della "
sindrome di Morse-Portnoy", una rara malattia che colpisce a volte le bands che, per la foga di dare ai fans quello che i fans si aspettano, iniziano a tirare fuori con troppa fretta delle pagnotte non ancora cotte a puntino, non ancora perfettamente lievitate, tanto da risultare buone sì, ma alla lunga indigeste. E con tutta questa proposopea di parole MAI mi sognerei di dire che "Second Nature" è un brutto disco, ma neanche per sogno! Il trademark Flying Colors, però, ne esce ridimensionato, con un risultato che sa troppo di prog, e che rischia di togliere originalità ad un combo la cui più grande risorsa, a parere di chi vi scrive, era proprio quel
Casey MacPherson, un cantante di un pianeta diverso da ProgLandia, che di solito riesce (ma qui solo a volte) a rendere cariche di sfumature inaspettate songs che potrebbero tranquillamente finire nel calderone di Transatlantic e compagnia danzante.
Le danze si aprono alla grande con "
Open Up Your Eyes", ben dodici minuti di foga prog rock, i cui movimenti già da subito mi risultano un pò scollati l'uno dall'altro, per proseguire nel primo singolo "
Mask Machine", un pò troppo uo-uo e banalotto se, per esempio, lo affiancate a "Shoulda Coulda Woulda". "
Bombs Away" piace ma non colpisce, mentre il lento "
The Fury of my Love" ancora una volta mi fa apprezzare la stupenda voce di Casey, ed una penna stavolta benedetta in fase di composizione. E arriviamo al capolavoro del disco: "
A Place in Your World" è la perfetta sintesi di quanto sto andando blaterando da un pò, progressive di livello eccelso nella sua semplicità, un uso dei cori proprio solo ai Grandi, ed un intreccio armonia/strumenti da applausi a scena aperta. Ancora, ancoraaa!!!!
E invece NO. "
Lost without You", ancora una volta, non ti resta in testa, nonostante la solita stupenda prova di Casey, così come "
One Love Forever", forse la più banale del lotto col suo incedere pseudo country, e "
Peaceful Harbour", fin troppo adagiata su se stessa pur esaltando le individualità dei singoli (signori) strumentisti. Ci pensa, per fortuna, la lunga suite finale "
Cosmic Symphony" a rimettermi in pace col questo album, con una sarabanda emotivo/musicale da tramandare ai posteri, alla quale forse una sforbiciata di due-tre minuti avrebbe fatto più che bene.
Come faccio a tirare le somme? "
Second Nature" è un album che mi fa incazzare, come mi ha fatto incazzare "
Kaleidoscope" dei Transatlantic. E' come scoprire Rocco Siffredi che si masturba, ma santoddio, con tutto il ben di dio che ti ritrovi! Vabbè. Mi piace, eh. Ma cacchio. Vabbè.