Se avete voglia di svagarvi con un disco non impegnativo, ma diretto e genuino avete qui quello che fa per voi. Tornano gli
Helldorados con la loro seconda fatica, intitolata
'Lessons In Decay', che succede al debut album omonimo di due anni fa. La formula proposta dal quintetto tedesco è sempre la stessa: un hard rock semplice, forse al limite del grezzo, senza fronzoli, con riff graffianti e con la ruvida voce di Pierre a condurre le danze. Praticamente nulla è cambiato dal primo disco, tant'è vero che questo nuovo lavoro potrebbe essere la continuazione del precedente, una specie di estensione naturale, che farà sicuramente felici gli amanti della band. Il sound si ricollega ancora una volta allo sleaze rock degli anni '80, con la giusta dose di melodia, groove e orecchiabilità. Di primo acchito si potrebbe, per trovare l'unica sottile differenza tra il debut e il disco in oggetto, addirittura pensare che gli Helldorados abbiano dato una pulita al suono, ma di poco, non preoccupatevi, la percentuale di ruvidità non è diminuita di molto. Altro piccolo cambiamento potrebbe esser rappresentato dal numero di tracce dal ritmo più sostenuto, sicuramente in maggior numero rispetto ad
'Helldorados', tra queste si possono annoverare
'By The Progress',
'To Live Is To Die', e
'Megalomaniac'. Da nominare sono inoltre la frizzante opener
'Seven Deadly Sins', la rockeggiante
'The Devil Takes the Hindmost' e l'accattivante
'Anytime, Anywhere'. Tirando le somme, questo
'Lessons In Decay' non deluderà i fans dei rocker tedeschi, anche se non porta nulla di nuovo, soltanto una quarantina di minuti di musica scanzonata per far passare un po' il tempo in allegria.
Video di "By The Progress"
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