Sei anni sono passati da
'All Hope Is Gone' e la speranza di poter risentire lo psicotico metal degli
Slipknot si stava notevolmente affievolendo. Finalmente ecco giungere
'.5: The Gray Chapter', nuovo capitolo della discografia slipknotiana, tormentato, oscuro, quanto di più vicino al tragico ci si potrebbe immaginare. Tragedia è il termine esatto da adoperare per ciò che è accaduto all'interno della band americana. Stiamo inequivocabilmente parlando della morte del bassista
Paul Gray, avvenuta nel 2010, al quale, come si evince dal titolo, è dedicato l'album. Un disco profondo, intriso di paure e ossessioni, su cui aleggia un'atmosfera densa e maligna, ma dal quale sgorga energia, un'energia impressionate, un'esplosione di passione, un'esternazione di rabbia e disperazione che portano l'ascoltatore ad assaporare ogni singola nota contenuta all'interno del putrefatto scrigno slipknotiano. Non solo la musica esprime lo straziato stato d'animo fulcro dell'opera, ma in modo più intenso lo fanno i testi, colmi di pathos, che rispecchiano e narrano le emozioni ed i drammi affrontati dal gruppo nei momenti di maggior sconforto, frutto della terribile esperienza affrontata.
'.5: The Gray Chapter' è indubbiamente un disco marchiato
Slipknot, in esso sono presenti in egual maniera sia la follia delle prime release che i lampi più ragionati delle successive uscite. Invasivo, incendiario, infettivo potrebbero essere gli aggettivi adatti a definire questo nuovo lavoro, dove vi sono in larga parte le peculiarità che hanno reso celebri i mascherati statunitensi, ma cui si aggiungono anche ulteriori elementi che arricchiscono e proseguono la crescita musicale della band.
'.5: The Gray Chapter' si apre con
'XIX', nella quale strumenti inconsueti accompagnano un carillon e la chitarra acustica sullo sfondo. La strumentazione addizionale è il fulcro della traccia, assieme alla suadente voce di Corey Taylor che offrirà una prova eccezionale per l'intero disco. Un requiem per l'ascoltatore fungente da preambolo alla nuova fatica slipknotiana. Un corteo verso l'oblio, una rabbia possente scagliata contro il mondo.
'Sarcastrophe' è una traccia poderosa dove si scorgono le percussioni arrembanti e la rinnovata sezione ritmica si rivela, presentandosi all'impreparato fan. Il pezzo è in stile
Slipknot: gridato, aggressivo, devastante. Dal thrash e il piano di
'AOV', al groove di
'Killpop', passando per la dissonante
'Skeptic' e la violenta
'Lech', l'emotiva
'Goodbye', l'horrorifica ed isterica
'Nomadic', la pesante ma melodica
'The One That Kills The Least', la caotica e rabbiosa
'Custer', l'introspettiva ed oscura
'If Rain Is What You Want', fino alle due tracce rilasciate in anteprima
'The Devil And I' e
'The Negative One', viene creato in toto un grande affresco slipknotiano dalle mille sfaccettature, dipinto con i colori del lutto e del tormento.
'.5: The Gray Chapter' probabilmente dividerà pubblico e critica, come fu per le precedenti uscite, ma dagli
Slipknot non ci si poteva aspettare di meglio.
Video di 'The Devil In I'
Video di 'The Negative One'