I
Sarea dovrebbero essermi grati, perchè per loro mi sono giocato il jolly del "rubone fregone" con Sbranf. In cosa consiste? Beh nel rubare un album precedentemente preso da un collega redattore e appiopparsene onori e oneri. Perchè? Facile, perchè il brano ascoltato su Youtube mi era piaciuto parecchio e pensavo che gli svedesi mi avrebbero potuto regalare qualche bella soddisfazione.
Ci ho preso? Ho fatto bene a giocare il jolly o, come d'Andenniana memoria, ho fatto vincere San Marino? Beh diciamo che come nel più classico dei casi, la verità sta nel mezzo.
"
This Is Not Goodbye" è un buon album di metalcore moderno, pesantemente influenzato dal death nelle vocals ma con una buona dose di melodia sempre presente nei 12 brani che lo compongono.
E' un disco assolutamente non stantio, in continua evoluzione: a fronte di un inizio più soft, affidato a "
Conform Me" e alle clean vocals di
Chris Forsberg, abbiamo un'evoluzione verso territori più aggressivi, culminante con la tripletta finale "
Burn" - "21" - "Egoblivion", con l'ultimo brano a farla da padrona in fatto di potenza sonora e oscurità, in particolare grazie all'uso delle tastiere.
Tastiere ben presenti in tutto l'album, sia nei già citati episodi più tosti sia in quelli più melodici, quali la già citata opener o la successiva "
This Void", che si apre proprio con lo strumento affidato alle dita di
Martin Persson. Su "
Shattered" addirittura si possono sentire echi ottantiani, con quel giro che sembra tanto "Maniac" di Michael Sembello. Giuro.
Tutto bello? Eh così così..perchè non sempre i Sarea danno l'impressione di risultare incisivi, così due o tre brani finiscono nel dimenticatoio fin troppo presto. Che sia incapacità o relativa freschezza a livello di songwriting non lo so, fatto sta che arrivati alla fine è poca la voglia di riascoltarsi il disco nella sua interezza, preferendo magari skippare tra un brano interessante ("
Downfall") e l'altro.
Insomma "
This Is Not Goodbye" dei
Sarea mi è valso una vittoria sul fil di lana (sarebbe meglio dire fil rouge..) su San Marino. Decisamente sufficiente, probabilmente non troppo longevo ma ricco di buoni spunti e di un'ottima carica. Se sentiremo o meno parlare degli svedesi in futuro, questo dipenderà solo da loro..
Quoth the Raven, Nevermore..
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?