Copertina 8

Info

Anno di uscita:2006
Durata:34 min.
Etichetta:Copro
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. BLEED
  2. STRIKE THE END
  3. LISTEN
  4. SIX FEET UNDER
  5. ALWAYS THE SAME
  6. BREATH
  7. VANISHED MEMEORIES
  8. SILENT
  9. NOTHING ELSE
  10. TRAIN TO LEAVE

Line up

  • Andre Palladini: vocals
  • Giacomo Mambriani: guitars, synths
  • Massimiliano Andrini: bass
  • Michelangelo Naldini: drums

Voto medio utenti

Questo “Points Of View” dei Convergence in realtà è un disco vecchio di almeno due anni, il quale però ritorna in pista con un artwork nuovo di zecca, in occasione della ristampa da parte della Copro Records. L’idea dell’etichetta inglese è proprio una buona idea, perché permette di riportare all’attenzione del pubblico un disco che è davvero molto buono, il quale mi ha conquistato ascolto dopo ascolto.
E’ difficile inquadrare il sound della band italiana, e pensare che dal death metal melodico degli inizi la band è arrivata al moderno melting pot di suoni che ne fanno in primis una band rock, cioè una band capace di scrivere ottime canzoni, con il fuoco dentro, ricche di feeling.
Se poi andiamo a sezionare il suono della band scopriamo moltissime influenze, a volte anche sfumate. L’iniziale “Bleed” picchia duro, ed è settata su un mood hardcore/nu metal bello teso e potente, ma già la seguente “Strike The End” ha un inizio quasi rappato, con note di basso quasi funk che si innestano su una struttura che fonde potenza e melodia. Non è possibile omettere poi “Six Feet Under”, una ballata con note di piano, che tuttavia non disdegna momenti più ruvidi che rimandano al post-grunge, la successiva “Always The Same” fatta di acustiche melodie emozionali. Il cantante Andrea Palladini ha davvero una voce molto calda ed espressiva, che pur tuttavia in certe inflessioni sembra debitrice di James Hetfield.
“Vanished Memories” sembra avere richiami settantiani, ed è comunque a prescindere dalle classificazioni un pezzo bellicismo. Assolutamente avulso dal contesto è, invece, “Silent”, un pezzo elettronico con ritmi techno e industriali, ma comunque non male.
Conclude la splendida “Train To Leave”, pervasa da una sottile linea di tensione, smorzata dagli arpeggi di chitarra.
In definitiva un disco molto valido, davvero piacevole da ascoltare, con canzoni ottime ed è d’obbligo lodare la Copro per aver creduto in questa band, la quale se i calcoli sono giusti dovrebbe a quest’ora essere in precinto di pubblicare il successore. Non vediamo l’ora.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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